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Pettinari Classic & Racing Bike: 50 anni di Triumph!



Uno scorcio del negozio di Pettinari Classic



Una parete piena di ricordi e due Triumph di epoche diverse sul banco: un recentissima Daytona 675 ed una Trident anni '70



Scrivendo la storia dei primi anni della Triumph in Italia (vedi pagina Numero Tre) mi sono imbattuto più volte nel nome di Domenico Pettinari. Lo stesso nome lo leggo spesso nelle riviste di moto d'epoca e anche in quelle più moderne (vedi il numero di febbraio 2011 di Riders). Era da un pò che pensavo a delle pagine sulle concessionarie Triumph e così ho deciso di iniziare proprio con il concessionario di Enrico e Carlo Pettinari figli di Domenico. Ho quindi preso la moto e sono andato a trovarli uno dei primi giorni di Aprile di quest'anno (2011). Enrico e Carlo, vista la stagione, erano impegnati con le loro attività quotidiane mentre Domenico stava lavorando su una Trident degli anni '70. Non ho voluto disturbare i giovani Pettinari vista la mole di lavoro in officina e le continue telefonate che tenevano occupato Enrico così mi sono dedicato a Domenico, che mi ha dedicato un paio d'ore nelle quali mi ha raccontato la sua storia legata al marchio Triumph da 50 anni!



OGGI

L’officina dei Pettinari è un luogo pieno di storia testimoniata dalle innumerevoli foto d'epoca appese alle pareti. Il motociclismo di un tempo e quello di oggi si fondono in armonia con quello che in campo musicale o modaiolo si definirebbe un fenomeno di crossover. E visto che l’attività principale dell’officina riguarda le moto moderne, diamo a loro la precedenza e mettiamo per un attimo in stand-by Domenico con le sue Trident d'epoca. Il nuovo è gestito dai figli Carlo ed Enrico, cresciuti a pane e Castrol e naturalmente contagiati dalla passione delle due ruote fin da bambini.

Carlo è il più grande ed è di poche parole, pronunciate sempre a bassa voce. Preferisce usare le mani per maneggiare chiavi, pinze e quant’altro serve per rimettere in forma qualsiasi mezzo a due ruote marchiato Triumph e uscito dalla fabbrica di Hinckley negli ultimi vent’anni. Enrico è invece più estroverso, ama la conversazione e le pubbliche relazioni. E’ lui che ha curato l’allestimento del negozio, dove sono esposti i nuovi modelli della gamma Triumph, l’usato d’ occasione e quanto serve per guidare in sicurezza: caschi (Shoei, Project e Agv) ed abbigliamento (Dainese, Alpinestars e Spidi).

Spesso e volentieri ci sono anche delle raffinate special fatte su ordinazione e poi messe in vendita dai loro proprietari quando decidono di passare a una nuova special, naturalmente marchiata Triumph. Dietro queste realizzazioni c’è sempre un abile lavoro d’orchestra, con Carlo ed Enrico che - aiutati del papà – si fanno spiegare quello che il cliente/appassionato vuole, lo indirizzano verso la giusta strada e gli danno forma.

L’elenco è lunghissimo: si va dalle Daytona 675 preparate per la pista, che montano il kit Trofeo e tutto il meglio in circolazione per quanto riguarda le corse, alle moderne Bonneville e Thruxton, spesso trasformate nel look al punto tale da farle sembrare delle vecchie Trident tre cilindri. Ma il pezzo forte delle trasformazioni sono le Speed/Street Triple: alzate, accorciate, “vitaminizzate”, incattivite, vestite con maxi serbatoi in alluminio o con le ruote a raggi. Alcune belle a tal punto da essersi meritate l’attenzione di giornali e riviste specializzate, come la Street Triple 675 R finita sulle pagine di Motociclismo o come la Triton voluta dal compianto Carlo Talamo sfruttando la meccanica della nuova Bonnie pubblicata da Café Racer nel 2002 e pubblicata anche su queste pagine (2002 Triton Talamo).



2002 Triumph Triton Carlo Talamo Domenico Pettinari
Triton 2002 by Carlo Talamo e Domenico Pettinari (foto tratta da Cafè Racer - febbraio 2003)



Ma Enrico, abbiamo detto, è anche un abile PR, capace di coinvolgere i clienti e far diventare l’officina un punto di partenza per gite, spedizioni in pista, motoraduni (come la befana benefica con cui puntualmente ogni anno invita tutti a prendersi un bel raffreddore facendo visita ai bambini ospiti dell’Istituto Madonna dei Poveri di Cusano Milanino). La sua creatura meglio riuscita è il PettiRat, nato nel 2005 e interpretazione personale del RAT (Riders Association of Triumph), l’associazione promossa dalla Triumph stessa a cui si accede dopo aver acquistato una modello della Casa britannica. Basta farsi un giro su Youtube o visitare la pagina di Facebook “Quanto sei del PettiRat” per farsi un’idea del fenomeno.



Alcune delle "special" preparate dalla Pettinari Classic & Racing Bike di Cinisello Balsamo (Milano)





STORIA

Ritorniamo ora a Domenico Pettinari, mai sentito nominare il suo nome? Senza timore di essere smentito posso affermare che Domenico è la persona che in Italia da più tempo lavora con le Triumph. E quest’anno sono 50 anni! L’unico che potrebbe sfidare questo record è il fratello Pinuccio…

Nel primo dopoguerra il papà di Domenico e Pinuccio, Carlo Pettinari, trasforma le motociclette militari (anche qualche Triumph) e le rivende dopo averle adattate all’uso civile. Sin da piccoli i fratelli girano nell’officina del padre apprendendo i primi rudimenti di meccanica.

Il primo importatore ufficiale delle motociclette Triumph in Italia fu la Mabor di Mario Bortolan (dal 1949). La Mabor importava vari prodotti dall’Inghilterra e vien da se che iniziò anche ad importare motociclette. Prima di Mabor chi voleva una Triumph doveva ordinarla, tramite gli appositi agenti, direttamente alla casa madre. Domenico Pettinari, che all’epoca aveva 16 anni, iniziò a lavorare da Zabaglio in via Piceno 1 che era l’officina a cui si appoggiava Mabor. La Mabor infatti aveva un piccolo negozio con esposta una motocicletta e gli uffici: non c’era assistenza tecnica ne un garage… Quando le Triumph arrivavano in Italia venivano sballate e montate dall’officina di Zabaglio. Stiamo parlando di pochissime motociclette all’anno (meno di 10 esemplari).

Poco dopo alla Mabor subentra Plinio Pasetti che si occuperà, assieme al figlio Fulvio, di importare le motociclette di Meriden. Domenico Pettinari segue le Triumph facendosi assumere da Pasetti in via Pellegrino Rossi. Pasetti importava Triumph, Norton e Bultaco per circa 1000 motociclette all’anno. Domenico ricorda “ Nel 1968 abbiamo fatto 1000 moto in quattro persone: io, il figlio, la Gina e Plinio. Arrivavano i vagoni! Ci portavano i vagoni dalla ferrovia e scaricavamo li. Portavano i vagoni con quarantacinque, cinquanta Bonneville per volta… “.

Nei primi anni '70 l’importazione è affidata a Bepi Koelliker e ancora una volta Domenico segue il marchio inglese. Ricorda Domenico “Con Koelliker c’è stata la svolta. Koelliker era un vero appassionato di motociclette ed un gentiluomo. Non badava a spese ed aveva fatto istallare nella nostra sede un banco prova professionale: le Trident preparate da noi andavano più di quelle ufficiali di Meriden!” Furono degli anni meravigliosi nei quali le Trident preparate da Domenico e Pinuccio raccoglievano successi memorabili nei circuiti italiani… e non solo. Si narra che anche la casa madre si rivolgeva all’importatore Italiano per avere il “materiale buono” da montare sulle motociclette da competizione!




I fratelli Domenico e Pinuccio Pettinari con Koelliker



Ricorda Domenico: “Dopo aver vinto a Monza nel ‘72 con le nostre Trident siamo andati in Inghilterra su invito della Triumph per provare le loro Trident da competizione a Mallory Park: andavano più piano delle nostre! Ma c’era qualcosa di strano…“c’è qualcosa che non mi quadra qua” non c’era distanza tra il serbatoio ed i carburatori.. avevano un telaio con il motore più alto.. noi infatti avevamo un problema di altezza perché in piega toccavamo per terra con i carter… quindi loro avevano fatto un telaio uguale identico per la sport production ma avevano alzato il motore di 3 cm e mezzo…  l’ ho beccati subito!” E ancora “dopo questo incontro era chiaro che le moto preparate da noi andavano più di quelle del reparto corse interno… noi avevamo già 75 CV sulla Trident quando loro ne avevano 68. Koelliker, un vero appassionato di moto, aveva fatto installare un banco prova professionale: La Borghi & Saveri (i produttori del banco prova) quando doveva far vedere un banco prova al top portava i clienti da noi! Ricordo che vennero anche quelli della Galera-Piaggio! Con Koelliker è stato fatto un passo della madonna: c’era il grano, la passione.. e poi lui era un vero signore.. ce ne vorrebbero di più persone come lui.”

“Le ultime moto le moto le abbiamo fatte fuori nel ’76. erano i Bonneville quelli con l’olio nel telaio, le abbiamo modificate, poi avevamo fatto fare quelle marmitte lì
(ed indica quelle del trident che stava restaurando) con il due in uno, il serbatoio piccolo, la sella più corta e avevamo fatto un scrambler… in quel periodo andavano le scrambler, avevamo fatto fare una mezza scrambler, e così siamo riusciti a far fuori 45 moto che erano rimaste a magazzino impacchettate una sopra l’altra”.

“L’inverno dello sciopero di Meriden siamo andati in Inghilterra per vedere di portare a casa del materiale dal reparto corse, perché noi avevamo intenzione di continuare a correre ancora un po’ con le Trident… Koelliler era attaccato a questo marchio e voleva continuare a correre il più possibile. Abbiamo portato a casa poco perché quando siamo arrivati a casa noi ormai il grosso era già andato… Quando sono arrivato su c’era Norman Hyde e Les Williamas e mi dissero “tu arrivato troppo tardi!” si perché cazzo io parlavo il milanese loro l’inglese però ci capivamo alla grandissima. “tu arrivato troppo tardi, la roba buona è andata” e poi per loro la roba buona era la roba italiana, quella che avevamo preparato noi!“

Nonostante la chiusura di Meriden (e la nascita della cooperativa) Koelliker voleva continuare a correre con le Trident e così i fratelli Pettinari, spinti dalla voglia di Koelliker di voler continuare a correre con le Triumph, continuano a lavorare sulle trecilindri inglesi.

Terminata l’avventura con Koelliker, Domenico apre una sua officina a Cinisello Balsamo. Negli anni ’90 c’è il primo contatto con Carlo Talamo appassionato di vecchie motociclette inglese ed importatore della nuova Triumph di Hinckley. Ricorda Domenico “Carlo aveva bisogno di spingere il “nuovo” marchio, e visto che io correvo ancora con le Trident di Meriden trovammo un modo per lavorare assieme”. Carlo sponsorizzò il “Triple team” con il quale Domenico & C. faceva correre le Trident che sulle carene portavano anche ben visibile il logo della “Numero Tre”. Nel frattempo l’officina di Domenico Pettinari si sposta in via Arnolfo di Cambio, praticamente dietro alla mitica via Niccolini dove aveva sede la Numero Tre. Fu così che la collaborazione fra Pettinari e la Numero Tre divenne molto stretta, tanto che molte delle prime special Triumph volute da Carlo furono costruite da Domenico. Anche la Triton 2002, l’ultima special di Carlo con motore Bonneville 790, fu costruita nell’officina di Domenico Pettinari.



I fratelli Enrico e Carlo Pettinari in sella a due Trident del Triple Team sponsorizzato Numero Tre



Con la chiusura del negozio della Numero Tre in via Niccolini i Pettinari decidono di tornare a Cinisello Balsamo da dove sono partiti: nasce il  concessionario che oggi possiamo visitare e che vediamo in queste foto.

E Domenico? Domenico lo trovate in officina dal lunedì al sabato che rimette in ordine le motociclette d’epoca Triumph, MV Agusta, Honda (“i miei figli sono qui per lavorare io per divertirmi!”) mentre la domenica lo trovate in giro per circuiti di moto d’epoca a fare musica con le MV 3 cilindri e con la mitica 6 cilindri , la vera diva delle rievocazioni, insieme all’inseparabile Lucio Castelli, ex meccanico squadra corse MV Agusta ai tempi del grande Ago.














(testo di Sandro Zornio in collaborazione con Enrico Pettinari)
















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