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PROVA SU STRADA: Cruiser 2011 |
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Eccomi con la terza prova su strada
con le motociclette Triumph: una giornata in sella alla nuova gamma
Cruiser 2011 che comprende America, Speedmaster e Thunderbird Storm.
L’evento,
organizzato da Triumph Italia, ha visto coinvolti una quindicina di
giornalisti del settore che nell’arco di tre giorni hanno avuto modo di
testare le Cruiser 2011 sulle rive del lago di Garda. Essendo io un
motociclista come voi, e non un tester professionista, cercherò di
raccontarvi l'evento e non solo le impressioni sulle motociclette
provate (che trovate anche nella riviste e nei vari siti giornalistici
del settore).
L'invito all'evento La presentazione è stata organizzata in perfetto stile cruiser con base in un caratteristico agriturismo in collina (www.agriturismosanmattia.it) dal quale si gode una bellissima vista di Verona dall’alto. Un ambiente rilassato e cinque motociclette da guidare senza troppa fretta con l’idea di godersi il paesaggio e la compagnia: cosa potevo chiedere di più? Giorno 1 - Mercoledì 9 Marzo 2011 Prima di partire per Verona rispolvero la storia delle motociclette che andrò a provare domani… non sono preparato sulle Cruiser e non ho mai avuto modo di guidare le precedenti America e Speedmaster. Non vi nascondo che non sono un appassionato di Cruiser… nel mio garage potrei avere posto per la Speed Triple da usare tutti i giorni, la Daytona 675 per la pista, la Tiger XC per le vacanze e magari una Bonneville o Scrambler da modificare a piacere. Non ho mai pensato, fino ad oggi, di portarmi a casa una Cruiser. Mi rileggo quindi le vecchie pagine di Fedrotriple che ho scritto tempo fa...
L’appuntamento presso l’agriturismo è per le 18 e come sempre sono in anticipo. Non appena arrivo vedo parcheggiate le motociclette che proverò il giorno dopo. Sul piazzale sono messe in bella fila una Thunderbird Storm, due America (di cui una accessoriata) e due Speedmaster. Da subito rimango colpito dalle dimensioni abbondanti delle due bicilindriche di cubatura minore. Guardate da dietro non posso fare a meno di notare il largo serbatoio, con strumentazione incorporata, e l’ampio manubrio… niente a che fare con il ricordo che ho della Bonneville tradizionale! La Thunderbird invece non mi impressiona più di tanto perché ricordo di averla provata per pochi chilometri in versione standard nel 2009: nonostante le dimensioni mi aveva lasciato un ottima impressione come maneggevolezza e facilità di guida. Non nascondo che sono partito da casa con dei pregiudizi… anche perché poche settimane fa ho avuto l’opportunità di provare, anche se pochi chilometri, una moto non inglese di simile tipologia… bellissima da vedere quanto brutta da guidare… Insomma vi confesso: ero convinto che avrei guidato delle moto pesanti, per niente agili e anche un po’ noiose. Mai idea fu più sbagliata! Ho il tempo di prendere possesso della camera, ma devo fare presto perché alle 18.30 c’è la presentazione delle nuove motociclette da parte di Paolo Fabiano, Marketing Manager Triumph Italia. Conclusa la parte teorica ci spostiamo a tavola per assaggiare i prodotti tipici dell’agriturismo... I miei commensali sono Paolo Fabiano e Corrado Modolo di Triumph Italia e due Alessandro: uno di Infomotori.com e l'altro di Bikers Life. Francesco di "In Sella" ci raggiungerà la mattina successiva.
Giorno 2 - Giovedì 10 Marzo 2011 Sveglia, colazione, si liberano le camere e alle 9.30 siamo tutti pronti sul piazzale ad osservare e commentare le nuove Cruiser dal vivo. Sembra impossibile che dopo le prove dei giorni precedenti siano ancora così lucide! Scopro che mentre io ero seduto tranquillamente a colazione “qualcun’altro” aveva già iniziato a lavorare alle motociclette: pulizia, controllo pressione pneumatici, controllo liquidi, etcc. I miei “colleghi” giornalisti si presentano vestiti in perfetto stile Cruiser: un bel giubbo in pelle, jeans e casco jet aperto. Le redazioni dei giornali hanno dei requisiti ben definiti per l’abbigliamento in uso dai tester ed anche qualche esigenza precisa in fatto di fotografie. Io sono più fortunato: sono tester, giornalista, caporedattore e proprietario del sito per cui scrivo… quindi sono libero di vestirmi come mi pare e piace (eh..eh…eh...). E siccome soffro il freddo ho preferito portare come un caldo completo da turismo ovviamente imbottito. Non se ne parla neanche di usare un casco jet: non ci sono abituato e soprattutto non mi sento a mio agio… prima di tutto la sicurezza poi l’estetica. Quindi perdonatemi se nelle foto non ho il look adatto :D Ad aspettarci, oltre alla Thunderbird Storm Phantom Black con scarichi corti semiaperti (omologati), ci sono due Speedmaster - di cui una con lo scarico aperto - e due America di cui una super accessoriata. Il catalogo accessori originali è ben fornito: per le Cruiser c’è una vasta scelta di articoli con i quali personalizzare la propria Triumph. E per chi volesse vivere la passione per il marchio inglese 365 giorni all’anno esiste un vasto catalogo abbigliamento dal quale scegliere il proprio capo preferito. Come da programma il primo di noi che si è presentato sul piazzale ha subito appoggiato il casco sulla 1700cc come per dire “questa è mia!”. Io, che invece odio il freddo, mi avvicino alla America super accessoriata… non nascondo che l’idea di un parabrezza che mi proteggesse dall’aria sia stato il motivo di questa scelta. Oltre al già citato parabrezza, la “mia” America monta i fanali supplementari, le borse laterali, il poggia schiena per il passeggero ed il portapacchi posteriore. Oltre a Paolo che fa da apri pista in sella ad una Scrambler, ci accompagnerà il furgone di supporto sul quale viaggiano Corrado Modolo di Triumph Italia e Thomas Maccarelli che si occuperà del servizio fotografico. Apro una piccola parentesi: oltre che di moto sono appassionato di fotografia e vedere all’opera un professionista è stata un’altra esperienza che mi mancava. Oltre che professionale Thomas è stato anche molto gentile rispondendo alle mie domande “fotografiche” e svelandomi qualche piccolo trucco. Ho capito che anche in questo campo i professionisti sono in un altro pianeta rispetto a noi! Mi avvicino alla America e la prima sorpresa arriva subito: mi aspetto una moto pesante da alzare, ma complice la nuova stampella laterale, l’America si raddrizza molto facilmente. Mi ci siedo sopra e regolo gli specchietti. Manubrio largo e gambe distese… “Per essere comoda è comoda - penso - chissà poi come si guiderà”. Giro la chiave e premo il pulsante di avviamento: il motore non si accende… arriva prontamente Paolo che tira “l’aria”…. e mi dice di riprovare. Prima figura da cioccolatino… alla faccia del tester esperto :D Pur essendo ad iniezione il bicilindrico 865cc è infatti dotato di una regolazione del minimo in tre posizioni: chiuso (a caldo), parzializzato (semifreddo) e aperto (freddo). Con “l’aria tirata” il bicilindrico prende vita istantaneamente non appena premo il pulsante d’avviamento. E finalmente si parte. In sella alla America scendo dall’agriturismo verso Verona che attraversiamo costeggiando l’Adige. La temperatura è accettabile, purtroppo c’è un po’ di foschia che non ci lascerà ammirare il lago. Il parabrezza fra il suo dovere e tutto il busto rimane protetto dall’aria. Il bicilindrico 865cc se guidato in scioltezza sa divertire: ai bassi regimi è ricco di coppia e ti permette di viaggiare in relax senza dover cambiare continuamente marcia. La spinta è costante e robusta. Il twin inglese è ottimo anche sotto il punto delle vibrazioni… niente a che vedere con V-Twin americano! Devo dire che tutti i pregiudizi che avevo su questa tipologia di motociclette si sono rivelati completamente infondati. L’America, che a vederla sembra grossa e pesante, si guida invece un dito! La moto è veramente comoda, maneggevole. Si destreggia bene in mezzo al traffico ed anche nei curvoni a 120 km/h rimane stabile nonostante gli innumerevoli accessori montati: parabrezza, fanali supplementari, schienale, porta pacchi e borse laterali. Anche dal punto di vista dinamico il confronto con la 883 americana è vinto su tutti i fronti! Promossa a pieni voti. A Lazise troviamo Corrado e Thomas che ci aspettano per la prima sessione fotografica (tutte le foto che vedete ambientate in paese sono state scattate in questa località). A turno, e scambiandoci le moto, eseguiamo alcuni passaggi in punti prestabili. Sembra facile, ma le strade sono aperte al traffico per cui bisogna aspettare che non ci siano macchine, che passi la signora con la bicicletta o che il furgone che scarica le casse di bibite per il ristorante vicino se ne sia andato. Dopo una mezz’oretta, conclusa la prima sessione fotografica, ci sediamo in un bar a bere un caffè e fare quattro chiacchiere. Cambio le chiavi della “mia” America con Alessandro che mi lascia quelle dalla Speedmaster Carnival Red: La Speedmaster adotta lo stesso motore dell’America, per cui da questo punto di vista non ci sono differenze. L’altezza della sella è la stessa così come la posizione delle pedane mentre la curva del manubrio è leggermente diversa. Tuttavia si nota una differente comportamento dinamico. Già da ferma lo sterzo sembra più leggero ed anche in movimento la Speedmaster acquista un po’ di maneggevolezza rispetto all’America. Dopo pochi chilometri approfitto di una sosta per salire in sella alla Speedmaster nera... stessa moto ma con scarichi aperti: il maranza che c’è in me esce allo scoperto e mi diverto ad ruotare il gas solo per sentire il rumore del bicilindrico… fortuna che ho il casco con la visiera scura e nessuno mi può riconoscere :D Vuoi per il sound coinvolgente, vuoi per il manubrio leggermente più basso fatto sta che mi viene naturale guidarla in modo più allegro arrivando in più occasioni vicino ai limiti di velocità consentiti dal codice stradale :D E’ quasi l’una ed iniziamo a salire per raggiungere Albisano, dove è stato prenotato il locale per il pranzo … davanti a me una serie di rettilinei e tornanti a vario raggio… non è la strada ideale per la Speedmaster, che invece mi sorprende comportandosi più che dignitosamente anche in questa circostanza nonostante qualche piccola limatina alle pedane. Prima della sosta per il pranzo ci fermiamo per una seconda sessione fotografica: Dopo un leggero pranzo ci scambiamo per la terza volta le motociclette: per me è finalmente giunta l’ora della Thunderbird Storm. Salgo in sella e noto subito la posizione di guida più raccolta rispetto alla Thunderbird standard. I nuovi riser avvicinano il manubrio al pilota e lo sterzo sembra più leggero anche se il peso della moto è rimasto lo stesso. Giro la chiave posizionata sul lato destro (a differenza delle bicilindriche più piccole che hanno il blocchetto di accensione sul lato sinistro) ed il Big Bore prende vita. Grazie alla sella alta da terra solamente 700mm la moto si sposta con sicurezza anche da fermo, certo i quasi 340 kg in ordine di marcia si fanno sentire, ma non appena in movimento la T-Bird “perde” magicamente il suo peso. Il sound dallo scarico, grazie anche ai terminali corti semi aperti, è coinvolgente. Innesto la prima e rilascio la frizione…siamo diretti a Verona. Per scendere dal ristorante ci sono una serie di curve e tornanti stretti che un po’ mi preoccupano, invece la T-bird se li beve come niente fosse: basta “lasciarla andare” e non esagerare troppo con le pieghe… anche qui le pedane toccano abbastanza presto. Il bicilindrico T-16 portato a 1700cc è la cosa più eccitante di questa motocicletta: 156 Nm a 2950 giri. Questi numeri dovrebbero già darvi un idea della vigorosa spinta con cui risponde il twin. Considerate poi che già dai 1500 giri è possibile ruotare completamente il comando del gas e godere della possente forza di questo propulsore. Ed io non resisto… lascio andare avanti gli altri per poi riprenderli con una manata di gas…. Anche qui mi salva la visiera scura: ho stampato in faccia un sorriso da ebete che fortunatamente non vede nessuno :D Ho guidato la grossa bicilindrica per una cinquantina di chilometri su strade strette di montagna, su tratti di strade veloci con bei curvoni (dove rimane stabile) ed i mezzo al traffico veronese senza nessun tipo di difficoltà dovute alle dimensioni o al peso (per la cronaca io sono “alto” 170cm e peso meno di 70kg. Pur essendo una moto lunga (2340mm) e pesante (339 kg), la Thunderbird è dotata di maneggevolezza ed agilità quasi impensabili. Provatela resterete stupiti di quanto sia facile (e divertente) portarla a spasso! Per le 18.00 siamo di ritorno in agriturismo. Thomas che ci regala una chiavetta USB con tutte le foto della giornata. E’ l’ultimo giorno della presentazione ed i ragazzi di Triumph Italia devono caricare moto e resto del materiale per rientrare ad Arese. Io scambio quattro chiacchiere coi mii compagni di viaggio e poi salgo in macchina per tornare verso casa. Anche per oggi è andata… :D CONCLUSIONI Sono partito da casa con dei pregiudizi e sono rientrato con un idea completamente diversa. In questa giornata ho scoperto un modo nuovo di andare in motocicletta. Non sto scherzando… Chi mi conosce sa che mi piace una guida più sportiva, adoro andare in pista (anche se purtroppo non la frequento da un pò) e per il turismo uso la mia gloriosa Trophy 1200 da 125CV che raggiunge ancora i 240 km/h. Ho sempre pensato alle Cruiser in generale come a delle motociclette lente, pesanti e noiose. Mi sono fatto questa idea principalmente leggendo le riviste e senza mai provarle. Oggi, dopo aver provato la proposta Triumph, ho cambiato idea: certo non posso portarle in pista o farmi una sparata a 200km/h, ma per un utilizzo “normale” sono validissime alternative. Vorrei concludere questa pagina con un paio di righe scritte da Motoblog (si parla della Speedmaster): “La miglior custom entry level presente sul listino italiano? Difficile dare un giudizio assoluto, ma il confronto con le rivali è da prendere in considerazione. La concorrenza in questa nicchia è abbastanza agguerrita e trova profonde differenze fra l’offerta giapponese, quella americana e ovviamente quella inglese. Se dal Sol Levante arrivano modelli dalla grande economicità di impiego e acquisto, con un’estetica che scimmiotta le occidentali, in America si ha l’esatto contrario, ovvero un’estetica coinvolgente ed originale ma prestazioni e caratteristiche dinamiche opinabili. La Speedmaster si mette al centro fisico e ideologico di questa eterna diatriba. Il compromesso ideale fra qualità di realizzazione, buon design e piacere di guida. E se la verità sta sempre nel mezzo, probabilmente abbiamo trovato uno dei migliori prodotti della categoria.” Non sono ancora pronto, ma quando arriverà il giorno di mettermi in garage una Cruiser saprò quale catalogo sfogliare! RINGRAZIAMENTI Non posso che ringraziare i ragazzi di Triumph Italia per avermi invitato a questo evento in particolare Paolo Fabiano e Corrado Modolo. Un ringraziamento anche a Thomas Maccarelli per la pazienza dimostrata e le belle foto che trovate in questa pagina. .... e per finire un paio di foto che ho scattato durante la giornata: Thomas Maccabelli, il fotografo che ha eseguito tutti gli scatti di questa pagina, in azione... Thomas Maccabelli, il fotografo che ha eseguito tutti gli scatti di questa pagina, in azione... Paolo Fabiano con lo sguardo truce sembra dirmi "vedi di non fare cazzate... o non ti chiamo più" :-) ... appena arrivato all'agriturismo... Testo di Sandro Zornio, foto di
Thomas Maccabelli (20/03/2011)
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