Per chi non era capace ad eseguire le varie modifiche c’erano
parecchi specialisti, uno per tutti Dave Degens, che aveva un negozio a
Londra chiamato Dresda Autos, che è anche riuscito a vincere
una 24 ore a Barcelona con una Triton nel 1964 e che continua
ancora oggi a costruire Triton. Il suo telaio Dresda ricorda molto il
Letto di Piume pur avendo ha i tubi di diametro minore.
|
|
LA
NASCITA DI UN NUOVO TRITON
|
|
Questa può essere una buona base di partenza, non pensiamo
alla spesa, teniamo il telaio Letto di Piume, forcella Norton, motore e
cambio Triumph, fanale anteriore Lucas. Il nostro obiettivo e costruire
un TRITON facile da mettere in moto, da guidare, con un motore potente
ma non esasperato. In officina abbiamo un serbatoio benzina in fibra di
vetro, per comodità di guida decidiamo di montare
un manubrio comodo, per essere tranquilli sulla frenata
un freno anteriore Ceriani, per fare sembrare la forcella
corsaiola molle esterne del Manx, visto che il pilota è
molto leggero non ha senso tenere le molle interne stradali che sono
state pensate per due persone.
Due
ammotizzatori nuovi, per il freno
posteriore prendiamo un freno conico del Triumph che assomiglia a
quello del Manx ma costa molto meno, cerchi in alluminio
tanto quelli in acciaio sono da buttare. Per le piastre motore in ergal
ci rivolgiamo alla Dresda, invece serbatoio centrale dell’
olio in alluminio con incorporato portabatteria e collettori di scarico
swept back dalla Unity Equipe, che ha un catalogo fornitissimo di
pezzi. Per facilitare l’avviamento il motore viene lasciato
originale senza elaborazioni. La dinamo è diventata a 12
volts, così di notte si vede dove si va, due carburatori
Amal Concentric nuovi con degli spessori di fibra tra carburatori e
collettori d’aspirazione per non farli scaldare troppo,
qualche centinaio di ore di lavoro ed ecco il risultato:
|
|
Motore con circa 50 cavalli, peso sui 140 chili, con due belle gomme
moderne ribassate con ruote da 18”,
un’agilità incredibile e una precisione di guida
fantastica, con frenata addirittura esuberante per le sue prestazioni.
Dato il poco peso, abbiamo dovuto allungare ancora i rapporti per
facilitarne l’uso. Per risparmiare peso parafanghi
in alluminio, come il portatarga posteriore, le leve del freno e della
frizione. Subito ci siamo resi conto che il magnete dava dei problemi
di avviamento e non faceva girare bene il motore al minimo,
l’abbiamo spedito alla Kirby Robotam, dove lo hanno svuotato
e hanno messo all’interno
l’accensione elettronica, che ha letteralmente trasformato il
comportamento del motore.
Volendo
poter sfruttare al limite la ciclistica, possiamo elaborare
ulteriormente il motore, mettendo un albero motore
più recente in un pezzo solo invece che imbullonato, testa e
cilindro con 9 bulloni di fissaggio, camme e tappets del Thruxton, con
relativi collettori di aspirazione più lunghi, scarico
Thruxton, potenza circa 60 cavalli, un bel cambio a 4 marce
ravvicinate, o volendo, un 5 marce Quaife, a questo punto una
trasmissione primaria a cinghia, un nuovo mutuo presso la vostra banca
per pagare il salatissimo conto, ma volete mettere la soddisfazione per
il mezzo esclusivo che avete fatto ?
Dimenticavo.
E mettere un cilindro in alluminio invece che l’originale in
ghisa giusto per levare via quegli ultimi 10 chilogrammi ?
Meditate,
gente, meditate …….
Visitate
il nuovo
sito di Sintich :
Le
foto che seguono sono tratte da Motociclismo d'Epoca (nov 2001) e
ritraggono la Triton di Roberto Crepaldi costruita da Giuseppe
Pettinari.
|
|
|
|