-Terrier - Tiger Cub

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1952 - T15 TERRIER

Nei primi anni '50 il mercato europeo, proteso alla ricostruzione del dopoguerra, chiede motocicli piccoli ed economici per favorire la mobilità delle masse operaie. La Triumph non aveva in produzione motoleggere e neppure modelli economici come ad esempio la Junior di 225 cm3 a due tempi
del 1913 o la Tiger 70 di 250 cm3 a quattro tempi degli anni '30. Edward Turner inizia quindi la progettazione di una piccola Triumph destinata a completare la serie dei modelli della Casa di Meridien, per offrire un mezzo di trasporto economico ed affidabile alla clientela che non poteva permettersi di acquistare le costose bicilindriche.



Triumph Terrier
1952 – La nuova monocilindrica150 cc Terrier dal catalogo ufficiale Triumph


Definita negli slogan come “Una vera Triumph in miniatura”, la Terrier T15 mantiene uno stretto legame estetico con gli altri modelli della Casa inglese, grazie anche alla presenza del famoso fanale a nacelle riprodotto in scala e grazie al colore Rosso Amaranto già della Speed Twin. Il prezzo ridotto avrebbe potuto attrarre giovani clienti ad entrare nel mondo Triumph ed avvicinarli alle più grosse twin.



Triumph Terrier
1952 – Edward Turner in sella alla Terrier al salone di Melbourne



La nuova
T15 Terrier viene presentata al salone del motociclo di Earls Court tenutosi a Londra nel novembre 1952. Si tratta, come anticipato, di una motoleggera con ciclistica molto simile alle sue consorelle di maggior cilindrata e dotata di un propulsore monocilindrico a quattro tempi di soli 149 cm3 (57 x 58,5 mm), con valvole in testa comandate da aste e bilancieri, gruppo termico inclinato in avanti di 25°, cilindro in ghisa e testa in alluminio. Il quattro tempi è stato scelto rispetto al due tempi per la maggiore potenza ottenibile contro un costo di produzione leggermente più elevato. La potenza dichiarata di 8,3 CV a 6.500 giri è ottentuta con un rapporto di compressione di 7:1. L’accensione è a puntine con tutto il meccanismo del ruttore alloggiato in un contenitore in alluminio posizionato dietro il cilindro e azionato da un alberello verticale mosso da una coppia di ingranaggi ad angolo. Il motore è alimentato da un singolo carburatore AMAL type 332. L’impianto elettrico a 6 Volt è dotato di una piccola batteria piatta per l’accensione.



Triumph Terrier
Terrier – Circuito dell’olio



La novità più importante di questo propulsore è il cambio in blocco con il motore
dotato di quattro rapporti con comando a pedale. La definizione più corretta è "semiblocco" in quanto la scatola cambio, pur facendo parte solidale con i carter del motore, è sigillata e contiene un olio diverso da quello utilizzato per la lubrificazione del motore. La frizione è a tre dischi con tre molle.



Triumph Terrier
Terrier – particolare cambio in semiblocco al motore



Non esistevano sul mercato inglese in quel periodo motori a quattro tempi del tipo Unit. Una costruzione simile era in uso sulle piccole due tempi da
98, 125, e 150 cm3 prodotti dalla Villiers. Il piccolo T15 sarà il primo di una fortunata serie di propulsori che porterà in breve tempo a sostituire tutti i modelli della Triumph con la nuova tipologia di cambio integrato al basamento.

La costruzione del basamento del T15 era inusuale con la linea di divisione verticale posizionata nel lato sinistro dello stesso e non centralmente. Il semplice telaio monoculla è abbinato ad una sospensione posteriore a ruota guidata. La sella è di tipo monoposto. Sulla testa della forcella telescopica, 
ammortizzata dallo stesso grasso utilizzato per la lubrificazione, vi era la caratteristica nacelle opportunamente ridotta con inserito il contachilometri, l’interruttore delle luci e un curioso indicatore della marcia inserita, comandato meccanicamente con un cavo flessibile:



Triumph Terrier
Terrier – Indicatore della marcia inserita



I freni, a tamburo laterale, hanno lo stesso diametro di 140 mm sia all’anteriore che al posteriore.

La nuova Baby Triumph (soprannome già dato alla Unior 250cc due tempi del 1913) doveva essere venduta a £125 dalla primavera del 1953. In realtà le prime Terrier prodotte
erano afflitte da qualche piccolo problema alla frizione che fu presto risolto. Per dimostrare l’affidabilità delle modifiche apportate tre motociclette furono guidate da Lands End a John O’Groats (il punto più a nord della Gran Bretagna) da Edward Turner, Bob Fearon e Alec Masters rispettivamente il progettista, il responsabile della produzione e il responsabile del service Triumph. Durante Il percorso di quasi 2000 km (media di 50km/h e consumo medio 46 km/lt) vennero visitati molti rivenditori Triumph.



Triumph Terrier Edward Turner
1953 - Edward Turner, Bob Fearon e Alec Masters Terrier presso John O'Groats Hotel



Le vendite inizieranno 
all’inizio della stagione 1954 e la nuova piccola moto ebbe da subito un grosso successo commerciale.



Triumph Terrier

Triumph Terrier
1953 – Spaccato motore Terrier 149cc



Triumph Terrier
1953 – La piccola Terrier in copertina del numero 7/05/1953 di  "The Motorcycles"



Triumph Terrier
Le prime Terrier (versione 1954) caratterizzate dal fanale Nacelle ed il serbatoio con il classico logo Triumph



1953 - T20 TIGER CUB

La monocilindrica T15 Terrier è affiancata nel 1953 dalla nuova T20, battezzata Tiger Cub (cucciolo di tigre o tigrotto), che pur mantenendo la stessa ciclistica del Terrier, ha una veste più moderna con parafanghi meno avvolgenti, un comodo sellone biposto e lo scarico rialzato a sottolinearne l’immagine sportiva pur continuando ad avere la sospensione posteriore a ruota guidata. La cilindrata è incrementata a 199,5 cm3 grazie all'aumento di entrambe le misure a 63 x 64 mm. Con un rapporto di compressione di 7:1 la potenza della prima versione è di 10 CV a 6000 giri/min. Il pistone, dotato di 2 segmenti di tenuta e un raschiaolio, scorre in una canna di ghisa inserita per interferenza nel cilindro in alluminio. La testata, in alluminio, è dotata di guida per le due valvole in ghisa e sedi riportate in acciaio. Le molle di ritorno sono cilindriche, doppie e concentriche. Quattro lunghi prigionieri avvitati nel carter consentono il bloccaggio a pacchetto del gruppo termico. Il carburatore, sempre AMAL come nel Terrier, ha un diametro maggiore, mentre il silenziatore corre parallelo al terreno sopra le pedane.



Triumph Tiger Cub
1953 – La nuova Tiger Cub pubblicizzata su "The Motorcycling" del 12/11/1953





Triumph Tiger Cub Triumph Tiger Cub Triumph Tiger Cub
Triumph Motor Cycle Road Test/Brochure della Tiger Cub


L’albero motore, scomponibile, è costituito da due volani accoppiati dal perno di manovella. La biella, in acciaio stampato, lavora su cuscinetti lisci sia nella testa che nel piede. La lubrificazione è a carter secco con serbatoio dell’olio separato. La pompa di lubrificazione, come sui modelli bicilindrici, del tipo a pistoncini è comandata dall’albero di distribuzione. La casa inglese consigliava l’uso di olio monogrado SAE 30 in estate e SAE 20 in inverno. Gli alberi del cambio a quattro rapporti ruotano su bronzine. L’unico cuscinetto è utilizzato per supportare l'alberodi uscita. Il comando a pedale è posizionato sulla destra come di norma in quel periodo. Il tachimetro ha il fondoscala a 80mph anziché 70 mph del Terrier.



Triumph Tiger Cub
Sezione ad opera di Herb Harris del monocilindrico 200cc utilizzato nella Tiger Cub

 


Nel corso del 1954 la
Terrier T15, venduta nel classico rosso amaranto, è disponibile con la sella doppia e le pedane per il passeggero.

Nel 1954 si registrò il primo utilizzo in una gara di trial della piccola monocilindrica Terrier. La derivazione dalla serie era assai marcata con uniche concessioni per l’utilizzo agonistico la ruota anteriore da 21”, i pneumatici specifici, i piccoli parafanghi e lo scarico rialzato. Da allora tanti piloti che sarebbero diventati famosi iniziarono a muovere i primi passi nel trial con la piccola Cub, e con loro parecchi celebrati specialisti, continuarono a ottenere successi. Roy Peplow, Artie Ratcliffe e John Giles furono i componenti della squadra ufficiale alla fine degli anni ’50. Tra loro, Giles proveniva dalla generazione precedente, quella affettivamente legata alla vecchia Trophy. Raccontò egli stesso che l’ultima bicilindrica che portò in gara nel 1957 era, a suo giudizio, la miglior moto da trial che avesse mai provato, ma che alla Triumph insistettero perché la lasciasse a favore della Cub. Pare addirittura che gli sia stato chiesto di riportare la moto in fabbrica per una messa a punto e che poi questa sia stata distrutta volontariamente per “non indurlo in tentazione”. La giustificazione ufficiale fu che “la moto era obsoleta e la politica della Triumph non prevedeva l’uso di motociclette obsolete”.



Triumph Tiger Cub
1954 - Tiger Cub - dal catalogo ufficiale Triumph



Triumph Tiger Cub
1955 - Tiger Cub - dal catalogo ufficiale Triumph


Triumph Tiger Terrier
1955 - Terrier - dal catalogo ufficiale Triumph (francese)


Nel 1955 le monocilindriche Terrier e Cub sono dotate del medesimo sistema di scarico basso.

Il 1956 è l'ultimo anno di produzione per monocilindrico T15 Terrier. Quest'ultima versione è dotata di pompa olio maggiorata, serbatoio dell’olio maggiorato, frizione modificata nei materiali e serbatoio benzina rinforzato. Per alcuni mercati fu comunque possibile ordinare la Tiger Cub con il motore della Terrier.



Triumph Tiger Cub e Terrier
1956 - Terrier e Cub - dal catalogo ufficiale Triumph



Sempre il '56 porta modifiche più sostanziali al modello T20 Cub, che oltre alle ricevere le stesse modifiche del T15, ha un nuovo telaio, identico al precedente nella parte anteriore ma con la parte posteriore completamente ridisegnata e datata ora di forcellone oscillante e ammortizzatori idraulici Girling. La capacità del serbatoio sale a 11,4 lt (3 galloni), è aumentata la massa del volano e la bobina di accensione è spostata sotto la doppia sella. La modifica più sostanziale è comunque l’introduzione delle ruote da 3,25 x 16 pollici. Il modello testato da “Motor Cycling” dimostra di mantenere le promesse con una velocità massima registrata pari a 108 km/h ed un consumo di circa 42 km/lt.




Triumph Tiger Cub
Nuovo telaietto posteriore per il Tiger Cub introdotto nel 1957



Triumph Tiger Cub

Triumph Tiger Cub
1957 - Tiger Cub T20



Triumph Tiger Cub Mike Hailwood
1957 - Mike Hailwood alla Sei Giorni Scozzese





Il modello T20 in versione scrambler, denominato T20S, verrà portato in gara dai piloti ufficiali della Triumph nelle competizioni nazionali di cross. I piloti che maggiormente si impegnarono in sella alle piccole di Casa Triumph furono John Giles e Roy Peplow. Il Tiger Cub usato per il motocross era la stessa versione stradale con il nuovo telaio con forcellone oscillante e senza l’impianto elettrico ed il silenziatore. Anteriormente la ruota è da 21 pollici mentre quella posteriore da 19 con pneumatico Dunlop Sport da 3,50 x19.

Fin dal suo esordio sui campi da cross la versione "Scrambler" ebbe maggior fortuna del modello da Trial. Tutti i T20 della prima generazione soffrivano di surriscaldamento e l’olio del motore tendeva a bollire e vaporizzare, con conseguenti notevoli problemi di tenuta. Nelle gare di cross il motore era meglio raffreddato per via della maggior velocità ed inoltre queste durarono molto meno di quelle di trial. Eliminato così il problema del surriscaldamento i "tigrotti" da cross erano perciò più affidabili e performanti.

Come anticipato, per ottenere lo scrambler Triumph parte dal modello stradale apportando le seguenti modifiche al propulsore: camme con una maggiore alzata delle valvole, rapporto di compressione portato a 9:1 e l’anticipo di accensione fissato a 16 gradi. Il carburatore Zenith è sostituito da un Amal Monobloc 1 1/16 (25 mm), ed il condotto di aspirazione è maggiorato assieme alla relativa valvola. La potenza sale così a 20 CV al regime di 6.500 giri mentre il peso del motociclo a secco è di sole 182 libbre (circa 90 kg) offrendo in tal modo un favorevole rapporto peso potenza che permetteva al T20 Scrambler di poter competere con le avversarie dell’epoca quali Greeves, Dot, Cotton e Francis Barnett tutte motorizzate con i propulsori Villiers 197 cm3 a due tempi.

Anche più tardi, nel 1959 e 1960, le Tiger Cub battagliavano con le più potenti e rinomate BSA C15 Star. Nonostante questi successi le T20 avevano sempre evidenziato carenze nella parte ciclistica. Il telaio era troppo corto e troppo fragile e la forcella anteriore non era all’altezza della situazione. Così a Meriden decisero di cancellare il programma Scrambler e di continuare a sviluppare i modelli stradali, da trial e da regolarità.

Di motociclette TS20 Scrambler ne fu però prodotta una serie limitata venduta a piloti privati. Identica alla versione ufficiale ma dotata di sella biposto più grande e confortevole. Una di queste moto arrivò anche in Italia, importata dalla ditta Mabor di Milano e comparve in alcune gare del Campionato Italiano motocross classe 250 pilotata da Italo Longo che sempre ottenne piazzamenti onorevoli pur dovendo battersi con concorrenti agguerriti e dotati di mezzi ben più potenti.

Nel 1957, dopo l’uscita di produzione della Terrier l’anno precedente, la T20 standard è affiancata dal modello T20C (Competition) pensato per il trial: la forcella si arricchisce di un ammortizzatore idraulico di semplice effetto, di piastre più robuste e di un ponticello di collegamento tra i due foderi, mentre le misure delle ruote diventano 19” all’anteriore e 18” al posteriore, con pneumatici rispettivamente di 3.00” e 3.50”, entrambi Dunlop Trial Universal. I parafanghi sono ancora più leggeri e viene montata una piastra di protezione per il motore. Lo scarico rialzato con un piccolo silenziatore di forma simile a quella adottata per la Trophy, completa la piccola trial. Il modello è derivato dal prototipo portato alla Sei Giorni del 1956 da Ken Heanes vincitore della medaglia d’oro. 



Triumph Tiger Cub
Monocilindrico T20C (competizione) con parafanghi modificati in azione



Con il 1958 la catena della trasmissione della Tiger Cub T20 diventa duplex con ovvio allargamento del coperchio in lega leggera, il carburatore AMAL è sostituito con un 17mm Zenith con filtro aria incorporato tranne per il modello C che mantiene il filtro dell’aria vicino al serbatoio dell’olio. Al fine di ridurre la rumorosità di scarico viene montato un silenziatore di maggior diametro, altre modifiche inserite nell’anno: frizione modificate, corona con numero di denti ridotta da 54 a 46. E' disponibile un kit per aggiornare i modelli precedenti; il prezzo troppo elevato che non ne favorìirà la diffusione.



Triumph Tiger Cub
1958 – Tiger Cub T20C con carburatore Zenith



Triumph Tiger Cub
1958 – Tiger Cub T20 con focellone posteriore



Triumph Tiger Cub
1959 – Tiger Cub T20C con parafanghi sportivi e  fanale Nacelle



Con il 1959 l'alettatura del gruppo termico del Tiger Cub viene maggiorata, mentre l’interno del motore sono apportate modifiche di dettaglio per aumentarne l’affidabilità. Nel modello stradale sono aggiunti due pannelli nella parte posteriore della moto simili ai modelli twin, con conseguente spostamento verso il posteriore del serbatoio dell’olio.



Triumph Tiger Cub
1959 – Tiger Cub T20 con parafango parziale posteriore
 



Il 1958 è anche l'anno in cui entra a listino il modello Mountain destinato al fuoristrada:

Triumph Tiger Cub



Di particolare prestigio fu la vittoria di Peplow in sella alla T20 Cub alla Sei Giorni Scozzese del 1959, ottenuta con 2 penalità meno di Gordon Jackson (AJS 350) e quattro meno di Sammy Miller (Ariel 500). Fu la prima e restò l’unica vittoria per una moto di quella cilindrata. Nel 1961 Gordon Jackson con la sua AJS riuscì nell’impresa, unica, di chiudere i sei giorni di gara con una sola penalità (il che significa mettere una sola volta un piede a terra!); quell’anno fu Roy Peplow che portò una Tiger Cub sul terzo gradino del podio. Questi furono i risultati più altisonanti ottenuti dalla Cub, ma la sua collocazione storica deriva anche dalla grande diffusione di questa motocicletta e dalla praticità d’uso che l’ha resa il mezzo da trial ideale per avvicinare alla specialità tanti appassionati.


Triumph Tiger Cub Triumph Tiger Cub
1959 – Roy Peplow in azione con la Tiger Cub  1959 – Artie Ratcliffe  in azione con la Tiger Cub 



Triumph Tiger Cub
1960 – Ray Peplow in gara di motocross con il T20S




Con l'arrivo del nuovo decennio la Tiger Cub è proposta con piccoli aggiornamenti, versioni e colorazioni per mantenere alte le vendite.

Nel 1960 il modello T20S, già presente in USA dal 1958, viene proposto anche nel mercato inglese in sostituzione del T20C. Rispetto al modello precedente, i carter del motore sono ridisegnati con il piano di unione centrale, viene montata una nuova forcella più robusta, molto simile a quella della bicilindrica 350 ed è abbandonato il fanale a “nacelle”. Il diametro della valvola di aspirazione del monocilindrico è aumentato e la testa modificata spostando il collettore di scarico in modo di avere più spazio fra il tubo di scarico ed il telaio. Il carburatore Zenith cresce di diametro da 17 a 18mm, è inoltre modificato il silenziatore per ridurne la rumorosità. Il diametro delle ruote del T20 diventa da 17 pollici. I nuovi carter motore con divisione centrale verranno estesi, nel corso del 1960, a tutta la gamma Cub.



Triumph Tiger Cub
Tiger Cub versione Scrambler T20S - versione venduta inizialmente nel 1958 negli USA e dal 1961 negli altri mercati



Triumph Tiger Cub
Una delle prima Tiger Cub T20S/A per gli USA scrambler in versione stradale a scarichi bassi (notare il manubrio) 



Nuovo anche il sistema di accensione E.T.S. (Energy Transfer System) senza batteria che diventerà di fatto uno dei talloni di Achille di questi motori.

Questo sistema di accensione utilizza la corrente prodotta da due bobine dell’alternatore (le altre due servono per l’impianto di illuminazione) per alimentare le bobine ad alta tensione, che generano la corrente necessaria alla scintilla della candela. Era quindi fondamentale che l’apertura delle puntine fosse perfettamente in fase con il picco di corrente uscente dal generatore, e questo rendeva il sistema molto critico nella messa a punto. I vari componenti del sistema non erano infatti meccanicamente accoppiati: il rotore del generatore era calettato sull’albero motore, ma lo statore era fissato al carter in una posizione che poteva essere diversa da un motore all’altro! Tenendo in considerazione anche le altre variabili (giochi ingranaggi di comando del ruttore, giochi del sistema di anticipo meccanico) è facile comprendere come la messa a punto del sistema fosse pressoché impossibile da fare con la precisione. 

 
Triumph Tiger Cub
Basamento con linea di giunzione centrale in uso dal 1960



Con il 1961 il modello T20S è sostituito da due nuove versioni una indicata per il trial (T20T) e la seconda (T20S/L) per un uso scrambler o enduristico. Il modello stradale continua ad essere prodotto con il nome T20. La versione T20T dedicata al trial ha disponibile come opzional il contagiri. Le versioni T20 e T20T avevano la stessa meccanica di base, mentre la versione scrambler T20S/L era dotata di pistone ad alta compressione (9:1), carburatore monoblocco Amal in grado di raggiungere i 14,5 CV a 6500 rpm. Ovviamente i rapporti del cambio sono specifici per ogni modello. Dal punto di vista estetico va ricordato il serbatoio bicolore ed il vecchio fregio Triumph. 



Triumph Tiger Cub
1961 - Tiger Cub T20 versione UK



Triumph Tiger Cub
1961 - Tiger Cub T20 versione USA



Nella prima parte del 1962 viene ridotta la produzione del T20T mentre il T20S/L diventa T20S/S (in produzione fino al 1965). Per alcuni mercati viene montato il carburatore Amal, mentre per il mercato inglese è mantenuto lo Zenith.

Tre nuovi modelli vengono presentati nel mese di febbraio dello stesso anno: il T20S/H stradale, il TR20 per trial e TS20 per gli amanti dello scrambler. Rispetto ai modelli precedenti è finalmente abbandonata l'accensione E.T.S. ed è riprogettato l'albero motore.



Triumph Tiger Cub
1962 - Tiger Cub T20S/H



Triumph Tiger Cub
1962 - Tiger Cub e Sport Cub dal catalogo ufficiale Triumph



Triumph Tiger Cub
1963 - Tiger Cub T20S/H



Triumph Tiger Cub
1963 - Tiger Cub TR20



Triumph Tiger Cub
1963 - Tiger Cub e Sport Cub dal catalogo ufficiale Triumph



Triumph Tiger Cub
1964 - Tiger Cub T20



Con il 1963 le piccole Triumph vengono modificate principalmente nel motore (distribuzione, cambio, circuito lubrificazione). La serie Cub verrà prodotta senza altre modifiche sostanziali per tutto il 1964 anno in cui verrà costruito il monocilindrico nr.
100.000 di questa fortunata serie. La gamma per il '65 rimane invariata tranne per l'eliminazione dell'indicatore di marcia nella versione stradale e il pedale di accensione di maggiore lunghezza nelle versioni sportive.


Triumph Tiger Cub
1965 - Tiger Cub T20



Triumph Tiger Cub
1965 - Tiger Cub T20S/H



Triumph Tiger Cub
1965 - Tiger Cub dal catalogo ufficiale Triumph



Negli USA è commercializzato un lotto di T20SM Mountain Cub per uso Trial verniciati in giallo, mentre altri Cub verniciati in color khaki sono venduti ad alcuni eserciti europei con la denominazione T20WD e T20MWD.

Con il 1996 si intravedono gli effetti del legame con il gruppo BSA, le Cub utilizzano infatti alcuni componenti della Bantam prodotta a Small Heath. Verso la fine del 1967 è presentato l'ultimo modello della serie Cub battezzato T20 Super Cub che verrà prodotto fino al 1968, anno in cui il piccolo monocilindrico Triumph esce per sempre di produzione.


Triumph Tiger Cub
1966 - Tiger Cub T20 (Bantam BSA)



Triumph Tiger Cub
1966 - Sport Cub dal catalogo ufficiale Triumph


Triumph Tiger Cub
1966 - Tiger Cub dal catalogo ufficiale Triumph



Triumph Tiger Cub
1967 - Tiger Super Cub T20












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