La
Tiger 1050, almeno nel mercato italiano, è fra le Tiger prodotte ad
Hinckley quella che ha fatto
registrare i maggiori volumi di vendita dal 1993 anno di introduzione
del modello. La prima versione a carburatori dal '93 al '97 è stata
venduta mediamente a circa 30 esemplari/anno (eravamo agli
inizi della storia di Hinckley) mentre la versione ad iniezione 885 e
955cc ha venduto, dal 1998 al 2006, una media di 80 pz/anno.
La Tiger
1050 nel primo anno di vendita in Italia (2007) ha totalizzato
quasi 1000 esemplari venduti!
ANTICIPAZIONI
TIGER 1050
Nel 2006
iniziano a
circolare le prime foto della
nuova Tiger: rispetto ai primi
bozzetti è stata
modificata la forma
del
cupolino per problemi di industrializzazione. La parte posteriore
è derivata dalla Speed Triple mentre i fanali sono simili
alla
nuova Daytona 675 così come il forcellone posteriore.
Si intravedono la forcella
rovesciata ed impianto frenante a pinze radiali.
2006 Ipotesi (dal web)
2006 Prototipo
in test con acquisizione dati (nel bauletto)
Le
immagini riportate qui sotto sono tratte da MCN del 8 febbraio
2006: Le
ultime foto si riferiscono al prototipo ormai quasi definitivo dal
quale di intravedono le caratteristiche salienti di questa nuova
motocicletta polivalente: il telaio, a differenza delle precedenti
versioni, è un doppio tubolare in alluminio simile a quello della Speed
Triple abbinato ad un forcellone posteriore
bibraccio di forma sportiva (simile alla Daytona 675).
Scrive MCN "La vocazione sportiva
del nuovo modello si nota anche dalla forcella anteriore Showa a steli
rovesciati accoppiata a pinze radiali con dischi da 310mm. Il motore
sarà molto probabilmente il 1050cc da 128 CV, in
questo caso sarebbe una delle più potente della categoria.
La parte frontale ricorda la nuova Daytona 675. Potrebbe essere
presenta durante la prossima estate."
Le
immagini riportate qui sotto sono tratte da MCN
del 29 marzo 06 e ritraggono la nuova Tiger 2007 in versione
praticamente definitiva. I collaudatori hanno
già percorso migliaia di
chilometri. Anche la parte anteriore, che nelle foto precedenti era
ancora in fase di
definizione, è ormai completa con i fanali ricoperti e la
prese dell'airobox poste sotto di essi.
MCN Scrive "Anche gli ultimi
particolari
come il portatargae gli specchietti oramai dovrebbero essere
definitivi. I piedini della forcella sono dotati del supporto per il
sensore dell'ABS che quindi potrebbe essere un optional per questo
modello. Il motore, derivato dal 1050 della Speed Triple,
dovrebbe avere una potenza massima
attorno ai 120 CV. Tutti i prototipi
fino ad ora visti montavano ruote da 17" con coperture stradali
confermando la volontà di proporre una Tiger molto più sportiva che si
inserisce nel
settore della Ducati Multistrada."
2006 Prototipo
in test - motore non verniciato
|
|
|
|
IL PROGETTO
Tutto
inizia nell'agosto dei 2003 quando Triumph chiede la collaborazione a
tre agenzie diverse per la le linee della nuova moto. Due mesi più
tardi, a Roma e Milano, sono analizzate le proposte esterne e, in base
all’analisi dei dati di vendita e marketing, è definito il look
della nuova Tiger. I team di sviluppo del telaio e del propulsore
iniziano a lavorare sul progetto e a preparare i primi modelli statici.
2003 - Primi Bozzetti
(Marbese design)
2004 - Modello in Clay (si noti i vari
posizionamenti
dello scarico o del doppio scarico)
Nel gennaio
del 2004 inizia la
realizzazione del prototipo (in collaborazione con Marabese Design) che
trova una sua connotazione definitiva solo nel luglio dello stesso
anno. Ma è solo nel marzo 2005 che il primo prototipo per lo sviluppo è
assemblato e dal mese successivo iniziano i test.
Nel giugno del 2006 il
progetto è praticamente concluso, a tale data
infatti risale la presentazione preparata da Simon Warburton (Product
Manager Triumph) di cui riportiamo alcune pagine:
2006 - Presentazione di
Simon Warburton
Nel luglio del 2006
alcuni giornalisti provenienti da vari paesi sono
invitati ad Hinckley per una prova con un esemplare di pre-produzione,
per l’Italia c’era la rivista In Moto.
Il presentazione ufficiale
della moto avviene in occasione della conferenza dei concessionari
americani (Settembre 2006). Successivamente la nuova Tiger è esposta al
salone INTERMOT di Colonia (Ottobre 2006) e EICMA di Milano nel
Novembre 2006. Nello stesso mese in Spagna la stampa è invitata in
Spagna per il lancio mondiale della nuova Tiger 1050.
PRESENTAZIONE AL MERCATO
ITALIANO - SALONE MILANO EICMA 2006
In Italia la nuova Tiger
1050 è
stata presentata al pubblico il 14
novembre del 2006 al salone motociclistico EICMA (grazie a Frosty per
le foto):
2006-11-14 Triumph Tiger 1050 al
Salone EICMA di Milano
Questa è la
cartella stampa preparata per la presentazione:
2007 - TIGER 1050: 3 IN 1, SENZA COMPROMESSI
La Tiger è sempre
stata uno dei modelli più popolari nella gamma Triumph e sin dalla sua
comparsa, nel 1994, ha fatto innamorare schiere di appassionati che
hanno apprezzato le sue doti di affidabilità, versatilità e piacere di
guida.
Il 2007 è un anno molto significativo per i
suoi
fan, grazie all’uscita della nuova versione da 1.050cc, senz’altro il
passo più importante nella sua evoluzione.
La nuova Tiger occupa una posizione differente
rispetto alle altre motociclette della sua categoria, ed eccelle in tre
situazioni ben precise.
Sebbene la linea e le prestazioni tradiscano le
sue
credenziali sportive alla prima occhiata, il suo aspetto nasconde una
grande praticità: caricatela di bagagli, saliteci in due, fate rotta
verso il luogo più selvaggio che vi viene in mente e vi accorgerete di
come divori i chilometri, e con quanta facilità. Il comfort, la sella
comoda, le sospensioni non rigide, la coppia abbondante e sempre
sfruttabile sono le migliori garanzie che arriverete freschi anche dopo
un’intera giornata di guida.
Ora dimenticate passeggero e bagagli, infilate
la
tuta di pelle e cercate la curve più belle che ricordate. Mentre
piegherete la Tiger ad angoli impensabili ne apprezzerete la ciclistica
rigorosa, la vivacità e il suono del motore, il bilanciamento
impeccabile, le sospensioni regolabili, i freni con pinze radiali. E vi
accorgerete di avere un sorriso largo quanto il viso.
Di ritorno in città vi troverete a sgusciare
agili e
rapidi nel traffico. La posizione in sella permette di avere lo sguardo
libero su ciò che vi accade intorno, aumentando la sicurezza di guida.
Il manubrio, largo e alto, e le ruote da 17” sono poi il tocco finale
all’eccellente maneggevolezza della Tiger, e anche le manovre alle
basse velocità non creano alcun imbarazzo.
Nessun motore canta come un tre cilindri, ecco
perché non c’è pericolo di scambiare la Tiger con qualcuna delle sue
concorrenti. Il suo è un suono che si può quasi percepire sulla pelle.
Il cuore dalla nuova Tiger è il superbo motore da 1.050cc, tre
cilindri, a iniezione elettronica, che già si è fatto apprezzare sulla
Sprint ST e sulla Speed Triple. Rinomato per l’abbondante coppia e
l’elevata potenza, una volta in più mostra tutto il suo carattere,
anche a pieno carico e con passeggero a bordo. Le sue prestazioni
possono essere sintetizzate da due valori su tutti: 114CV di potenza
massima a 9.400 giri e 100Nm di coppia a 6.250 giri.
Se vi sedete su una Tiger vi sentirete subito a
vostro agio. Aggressiva fra i tornanti, carica di bagagli o commuter
cittadina, non fa differenza. Il telaio a doppio trave in alluminio è
completamente nuovo, così come il forcellone con capriata di rinforzo.
Nuovo è anche il disegno delle ruote in alluminio - ora da 17” per
essere compatibili con più modelli di pneumatici - che montano,
all’anteriore una gomma da 120/70 ZR17 e al posteriore una generosa
180/55 ZR17. La forcella a steli rovesciati da 43mm, completamente
regolabile, e il forcellone con la regolazione a distanza di precarico
e ritorno, trasformano in un tappeto da biliardo ogni superficie, dagli
asfalti colabrodo della Siberia alle piste del Sudamerica.
All’anteriore, due pinze a quattro pistoncini e
attacco radiale sono accoppiate a due dischi da 320mm di diametro,
mentre al retrotreno è utilizzato un disco da 255mm con pinza a due
pistoncini. L’altezza della sella è 835mm e questo, unito al peso
contenuto in soli 198Kg, rende la nuova Tiger molto maneggevole anche
nelle manovre da fermi. La capienza del serbatoio è di ben 20 litri e
consente un’eccellente autonomia, dote indispensabile per chi voglia
concentrarsi sulla meta e la strada per raggiungerla.
Il comfort è sempre stato uno dei punti di
forza
della Tiger, e le cose non sono cambiate. Pilota e passeggero possono
godere di una sella comoda ma non cedevole, beneficiare di una
posizione in sella rilassata ed ergonomica, e ripararsi dall’aria
grazie alla mezza carena e al cupolino protettivo.
Infine il look. Vista di profilo sembra pronta
a
graffiare: le linee affilate e spigolose del cupolino si raccordano al
muscoloso serbatoio e proseguono, sempre più assottigliate, sino al
codino, sfuggente e rivolto verso l’alto. Anche sotto questo aspetto la
Tiger non è scesa a compromessi.
Sono quattro le colorazioni in cui è
disponibile:
Caspian Blue, Jet Black, Scorched Yellow e Fusion White. E può contare
su una ricca offerta di accessori, fra i quali un kit di borse rigide,
una borsa morbida da serbatoio e le manopole riscaldate.
La nuova Tiger si trova a suo agio tanto nelle
veloci tirate quanto nei viaggi “veri” e più impegnativi, da soli come
in coppia e a pieno carico. Allo stesso modo, sa regalare soddisfazioni
fra i tornanti di un passo alpino come fra le auto in colonna ai
semafori delle nostre città.
Sono poche le motociclette davvero complete e
ancora
meno quelle che offrono prestazioni al top in ogni situazione, senza
compromessi. La Tiger è una di queste.
Il prezzo al pubblico della Tiger 1050 è 10.300
euro
c.i.m.
Colori:
Fusion White
Caspian Blue
Phantom Black
Scorched Yellow
Accessori Triumph:
2 Box Pannier Kit
3 Box Panniers
Pannier Inner Bags
Top Box
Sliding Carriage Rack Kit
Grab Rail Kit
Tailpack
Tank Bag
Touring Screen
Heated Grip Kit
Tank Pad - Carbon Fibre
Front Mudguard - Carbon Fibre
Comfort Seat
Seat Unit - Low
Seat Unit - High
Accessory Silencer
Centre Stand Kit
Alarm Immobiliser
Aux power socket
Chain & Sprocket Kit
Front Mudguard Extension
GPS connector kit
Mobil Racing 4T
Service Manual
Motore
|
|
|
Tipologia
|
|
3
cilindri in linea, raffreddato a liquido, DOHC, 4 valvole per cilindro
|
Cilindrata
|
|
1.050cc
|
Alesaggio x Corsa
|
|
79 x 71.4mm
|
Rapporto di compressione
|
|
12,0:1
|
Alimentazione
|
|
Iniezione
elettronica sequenziale Multipoint
|
Accensione
|
|
Digitale
a gestione elettronica
|
TRASMISSIONE
|
Primaria
|
|
Ingranaggi
|
Finale
|
|
Catena
|
Frizione
|
|
Multidisco in bagno d’olio
|
Cambio
|
|
6 marce
|
CICLISTICA
|
Telaio
|
|
Perimetrale
in lega di alluminio
|
Forcellone
|
|
Con
capriata di rinforzo, in lega di alluminio
|
Ruote
|
Ant.
|
In
lega, 17 x 3.5”
|
|
Post.
|
In
lega, 17 x 5.5”
|
Pneumatici
|
Ant.
|
120/70 ZR17
|
|
Post.
|
180/55 ZR17
|
Sospensioni
|
Ant.
|
Forcella
con steli rovesciati da 43mm, regolabile nel precarico e nell’idraulica
in compressione e ritorno
|
|
Post.
|
Monoammortizzatore,
regolazione del precarico e del ritorno
|
Freni
|
Ant.
|
Doppio
disco da 320mm, pinze radiali a 4 pistoncini
|
|
Post.
|
Disco
da 255mm, pinza a 2 pistoncini
|
DIMENSIONI
|
Lunghezza
|
|
2.110mm
|
Larghezza
|
|
840mm
|
Altezza
|
|
1.320mm
|
Altezza sella
|
|
835mm
|
Interasse
|
|
1.510mm
|
Rake/Avancorsa
|
|
23,2º/87,7mm
|
Peso a secco
|
|
198kg
|
Capacità serbatoio
|
|
20 litri
|
PRESTAZIONI
|
(valori misurati all’albero)
|
Potenza massima
|
|
114CV a 9.400 giri
|
Coppia massima
|
|
100Nm a 6.250 giri
|
|
2007
- TIGER 1050 - Lancio Stampa
La
Triumph ha riprogettato completamente la Tiger MY2007 e come scrive
Motociclismo "La Tiger 1050 completa
la sua trasformazione da maxienduro a sport tourer". La nuova
Tiger 1050 si trova a suo agio nelle situazioni
più diverse: le prestazioni e la linea
sportiva si abbinano con la grande praticità ed il confort
garantito da questo nuovo prodotto
del marchio inglese. Il carattere del tre cilindri, coppia
abbondante e sempre disponibile, abbinato a
sospensioni non troppo rigide ed alla sella
comoda vi garantirà lunghi
e piacevoli viaggi anche in coppia. Volete divertirvi tra le
curve a voi preferite? Nessun
problema, la rigorosa ciclistica ed il caratteristico suono del
trecilindri vi trasmetteranno
sensazioni da vera sportiva. Il tuo tutto completato da
sospensioni regolabili
e dal impianto frenante dotato di pinze radiali. Il
manubrio, largo e alto, e le ruote
da 17” sono poi il tocco finale all’eccellente
maneggevolezza della Tiger anche nelle
manovre a bassa velocità.
2006 Triumph Tiger 1050 Fusion
White
La
linea della
Tiger MY2007
stata disegnata in collaborazione con il designer Rodolfo Frascoli di
Marbese Design che ha definito, sempre per la casa inglese, anche le
linee della Speed Triple MY2008.
Il tre cilindri 1.050cc,
già utilizzato nella Speed Triple e sulla
Sprint ST, è stato ottimizzato per Tiger ottenendo una
potenza massima pari a 114CV
a 9.400 giri e 100Nm di coppia a 6.250 giri. La capienza del
serbatoio di 20 litri vi consentirà
una buona autonomia. Il telaio a doppio trave in
alluminio è abbinato
ad un forcellone con capriata di rinforzo. Nuovo è
anche il disegno delle ruote in
alluminio da 17" che montano, all’anteriore una gomma da
120/70 ZR17 e al posteriore
una generosa 180/55 ZR17. La forcella a steli rovesciati da
43mm, completamente
regolabile, e il forcellone con la regolazione a distanza
di precarico e ritorno
completano il reparto ciclistico della motocicletta.
L'impianto
frenante è composto
all’anteriore da due pinze a quattro pistoncini ad
attacco radiale accoppiate a due
dischi da 320mm di diametro, mentre al retrotreno è
utilizzato un disco da 255mm con
pinza a due pistoncini. L’altezza della sella è
835mm
unito al peso di 198Kg, rende la
nuova Tiger molto maneggevole anche nelle manovre da fermi.
La
nuova Tiger è disponibile per il primo anno di
commecializzazione (2007) in
quattro colori: Caspian
Blue, Jet Black, Scorched Yellow e Fusion White.
|
|
Triumph Tiger - Prime immagini
ufficiali
Dati
tecnici dichiarati |
Motore: |
3
cilindri in linea trasversali a 4 tempi, raffreddamento a liquido;
alesaggio
per corsa 79,0x71,4 mm; cilindrata 1,050 cc; rapport odi
compressione 12,0:1. Distribuzione bialbero a camme in testa con
comando a catena e 4 valvole per cilindro. Alimentazione a iniezione
elettronica, diametro corpi farfallati n.d. Capacità
serbatoio
carburante 20 litri. Lubrificazione a carter umido
|
Trasmissione: |
primaria
ad ingranaggi, finale a catena (2,444). Frizione multidisco in
bagno d'olio e comando meccanico. Cambio a sei marce. |
Ciclistica: |
telaio
a doppio trave diagonale in alluminio; sospensione anteriore,
forcella rovesciata da 43 mm completamente regolabile, escursione ruota
150 mm; sospensione posteriore, forcellone con monoammortizzatore
regolabile nel precarico e nel freno in estensione, escursione ruota
150 mm. Cerchi: anteriore 17,3,50", posteriore 17'5,00". |
Pneumatici: |
anteriore
120/70ZR17, posteriore 180/55-ZR17. |
Freni: |
anteriore
a doppio disco i acciaio da 320 mm e pinze con attacco
radiale a 4 pistoncini, posteriore a disco singolo in acciaio da 255 mm
e pinza a doppio pistoncino. |
Dimensioni
(in mm) e peso: |
lunghezza
2.130, larghezza 847 altezza sella 835, interasse 1.4 Peso a secco 198
kg. |
Prestazioni
dichiarate: |
potenza
83,8 kW (114 CV) a g.400 giri, coppia 100 Nm (10,1 kgm) a 6.250 giri.
|
Test PRESERIE - Articolo
tratto da Due
Ruote (ottobre 2006) di Andrea Padovani
Tre
anni abbondanti. Tanto ci vuole ad una Casa per reaiizzare -
praticamente da zero - una moto. O almeno questo è il tempo
che alla
Triumph si sono presi per costruire la nuova Tiger, l'erede della
corposa ed originale enduro a tre cilindri. Ma facciamo un passo
indietro, ripercorrendo le tappe che hanno portato alia
realizzazione
della nuova maxi inglese. Tutto inizia nell'agosto dei 2003, due mesi
più tardi, a Roma e Milano, si strutturano due
«styling clinic» che in
base alle indicazioni del mercato e degli appassionati delineano le
caratteristiche di massima del nuovo veicolo. Nel gennaio del
2004
inizia la realizzazione del prototipo (in collaborazione con Marabese
Design) che trova una sua connotazione solo nel luglio dello stesso
anno. Ma è solo nel marzo 2005 che i primi prototipi per lo
sviluppo vengono realmente
costruiti e
testati. Il tutto per arrivare pronti al novembre 2006, momento del
lancio ufficiale e dell'inizio della produzione. Novembre,
però, è
ancora di là da venire: il presente, quello di Dueruote, si
concretizza
in un esclusivo viaggio (unica testata italiana invitata) nella sede
delia Casa inglese a Hinckley per toccare con mano i
risultati di
quanto fatto dai tecnici con la Tiger 1050, ancora in versione
prototipo e quindi non definitiva. Una moto che come abbiamo avuto modo
di verificare ha realmente poco in comune con la progenitrice, sia
esteticamente, sia nella guida.
Esemplare di preserie in azione (si noti il
carter motore non verniciato ed altri particolari)
DOTAZIONE
INEQUIVOCABILE
Non
serve un esperto per capire che la Tiger 1050 ha completato il
processo di stradalizzazione intrapreso anni or sono dalle maxi enduro.
Le misure dei cerchi e dei pneumatici, per iniziare, parlano chiaro:
spiccano, in questo senso, il «gommone» da 180
al posteriore e il
diametro da 17" per l'anteriore, laddove per le maxi enduro si
preferisce ancora quello da 19". Ma anche per l'impianto frenante la
scelta non è stata di compromesso: doppio disco da 320 mm
all'avantreno morso da pinze dotate addirittura di attacco
radiale,
come nelle sportive pure. Nell'insieme si notano anche il
forcellone,
che per forma richiama quello delle sportive di Casa, e il codone con
terminale alto in stile Speed Triple. La linea, seppur più
filante e
armoniosa, risponde ancora ai canoni estetici delle enduro.
Naturalmente nell'insieme non passa inosservato il possente tre
cilindri di 1.050 cc, un vero «must» per le maxi
inglesi di tutte le
estrazioni: si tratta infatti della stessa unità installata
sulla
Sprint ST e sulla Speed Triple, ovviamente rivista in molti dettagli
per ottenere una maggior coppia ai medi, un temperamento più
pastoso e
una riduzione della rumorosità meccanica. È stata
inoltre allungata la
sesta marcia per ridurre il regime dirotazione nei trasferimenti
autostradali. Inedito anche il telaio, una struttura a doppio trave
diagonale: pur riprendendo la forma di quello in tubi della Speed, si
tratta di un elemento in lega leggera realizzato per pressofusione, lo
stesso sistema utilizzato per la Daytona 675 Triple. La ciclistica
è
completata da sospensioni di estrazione tipicamente stradale. Sono
state infatti abbandonate quelle dalla lunga escursione della vecchia
Tiger. Per migliorare la guida su asfalto sono stati ridotti anche
l'inclinazione del cannotto di sterzo, l'avancorsa e l'interasse. La
strumentazione riprende il layout di quella della Daytona 675:
è
strutturata intorno al grosso contagiri a cui si affiancano due
pannelli LCD. Il più piccolo per la velocità,
l'altro per le
informazioni accessorie tra cui l'ora, la temperatura motore e il
livello di carburante. Buono, ma non esaltante, il trattamento
riservato al passeggero: la sua porzione di sella, oltre ad essere
piuttosto in alto, lo sospinge in avanti mentre le pedane risultano
piuttosto rialzate.
PIÙ
BASSA E ACCOGLIENTE
Tutta
un'altra moto. La nuova Tiger 1050, una volta in sella, non ha
nulla da spartire con la vecchia versione: il piano di seduta, tanto
per iniziare, è più rastremato e meglio
conformato in prossimità del
serbatoio: questo permette un migliore inserimento nella sagoma della
moto e una maggior complementarietà con lo stesso. Inoltre -
a
differenza della progenitrice - la sella è più
vicina al suolo, un bel
vantaggio nelle manovre da fermo dove non è affatto un
problema
poggiare i piedi a terra. Altro passo in avanti è
rappresentato dalla
minor imponenza delle sovrastrutture e dalla posizione di guida
estremamente comoda che - grazie al busto eretto, alle pedane avanzate
e alle braccia rilassate - permette di instaurare un buon feeling con
il veicolo. Nel misto, alla stregua di un'imponente supermotard, la
Tiger si disimpegna alla grande, mettendo in campo una buona
reattività
e un appoggio in curva quasi inaspettato. Il suo è un
carattere da
agile passista che permette una guida brillante nei percorsi guidati e
che non si tira indietro nemmeno nelle lunghe trasferte, soprattutto
quando la moto sarà equipaggiata con tutti gli accessori che
la Casa
metterà a disposizione. Il comfort offerto è
infatti di ottimo livello:
la protettività del frontale è buona (anche se
qualche vortice che
investe il casco rimane) e pure la capacità filtrante delle
sospensioni
non presta il fianco a critica. Almeno nella taratura di compromesso
che abbiamo provato nella nostra breve presa di contatto sulle strade
nei dintorni di Hinckley; il setting, al momento del test, era infatti
ancora in via di definizione da parte dei collaudatori inglesi.
MORBIDA...
MA EFFICACE
In
questa versione - che possiamo comunque ritenere quasi definitiva -
la moto ha evidenziato un comportamento davvero piacevole, in
particolare per la capacità di saper coniugare
stabilità in ogni
frangente (soprattutto laddove l'asfalto presenta malformazioni),
sicurezza e un'ottima reattività ai comandi. Come detto la
taratura
delle sospensioni in questa fase dello sviluppo è parsa non
troppo
rigida; una scelta che se da un Iato fa perdere un tantino di rigore
quando si forza davvero l'azione (specie alle alte velocità)
e nei
rapidissimi cambi di direzione, dall'altro sa trasmettere quella
confidenza che permette di affrontare a cuor leggero qualsiasi svolta,
sicuri di percepire lo stato di aderenza dei pneumatici e di limitare
gli scompensi d'assetto.La sicurezza in appoggio, grazie ai pneumatici
stradali di generosa sezione, non viene mai meno, tanto che ci si
ritrova ben presto a forzare le frenate fin dentro le curve,
soprattutto nel misto. Nella guida al limite, anche a causa dei
trasferimenti di carico, non è raro esibirsi in qualche
scenografica
derapata, sempre peraltro facilmente controllabile grazie alla perfetta
gestibilità dell'impianto frenante. Tanto il disco
posteriore quanto
quelli anteriori sfoggiano infatti un'ottima modulabilità:
inoltre la
doppia unità anteriore al buon feeling abbina una potenza
decelerante
degna di una sportiva, perfettamente sfruttabile anche con due dita. In
uscita di curva la taratura morbida delle sospensioni si fa comunque
sentire; il retrotreno si schiaccia sensibilmente (innescando qualche
pompaggio del mono) portando la moto ad allargare dalla traiettoria
ideale. In qualche caso limite il notevole trasferimento di carico si
trasferisce sul pneumatico posteriore innescando qualche lieve perdita
di aderenza.
COPPIA
A NON FINIRE
Di
gustoso, nella nuova Triumph, non c'è solo la ciclistica.
Anche il
propulsore sfoggia un caratterino niente male, soprattutto per quanto
riguarda la forza sprigionata ai medi. Si tratta di un'unità
dal
funzionamento estremamente pastoso a tutti i regimi ma che
dà il
massimo una volta che la lancetta del contagiri ha superato la soglia
dei 6.000 giri fino in prossimità della zona rossa.
Insistere oltre non
è opportuno; per ottenere il massimo dal tre cilindri
inglese conviene
passare al rapporto superiore prima che la lancetta raggiunga tali
regimi e affidarsi alla spinta corpo sa che mette in campo ai
transitori. È qui che il collegamento tra acceleratore e
ruota motrice
è al massimo: a ogni grado di apertura del gas si
«sente» ogni singolo
CV che viene scaricato a terra, a tutto vantaggio della trazione e
quindi dell'efficacia in curva. Migliorabile invece il comportamento
del motore nei chiudi-apri dove si nota ancora una lieve
ruvidità di
risposta.
|
Articolo
tratto da Motorbox
(novembre 2006) - Primo test moto di serie
La
Tigre di Hinckley non tradisce le attese dimostrandosi divertente
ed efficace come ce l'eravamo immaginata. Una conferma il motore tre
cilindri potente e pastoso come pochi altri. Ciclistica è
morbida ma
efficace e ottimi freni la rendono una bella "bestiolina da misto".
Accessori infiniti per farla più sportiva o più
turistica.
Lunedí,
13 Novembre 2006 di Maurizio Tanca
UN
NOME STORICO
L’ultracentenaria
storia della Triumph iniziò
addirittura nel remoto 1889 con le biciclette, per esordire nel 1902
con la "N°1", una bici con motore da 2 cv o poco
più. Da allora, la
prima Triumph della gamma Tiger doveva comparire nel 1937. Era una
T100, per l’esattezza, ed era un modello prettamente
stradale. Dopo di
essa, il nome "Tiger" rimbalzò quà e
là su modelli di tipo e cilindrate
decisamente variegati: dalle versatili Tiger Cub ("cucciolo di tigre"),
monocilindriche a 4T da 200 cc proposte in varie salse stradali e
scrambler (con qualche declinazione perfino trialistica), alle
celeberrime bicilindriche frontemarcia da 350, 500, 650 e 750,
generalmente stradali (a parte la TR7 Trail dei primissimi anni
ottanta), fino alle Tiger della rinascita, cioè dai primi
anni novanta
ai giorni nostri, tutte con motori a 3 cilindri: dalla squadrata 885
del ‘93 alle tondeggianti 900 del 2001 e alle ultime 955 a
iniezione
che tutti conosciamo. Io in particolare, che ne sono sempre stato
attratto, e che quest’anno me ne sono finalmente comprata una.
NIENTE IN
COMUNE
Ma questo
fine
2006
segna il momento della svolta: si
abbandona la cosiddetta "filosofia on-off", e si torna
all’asfalto tout
court con la nuovissima Tiger 1050, che ho appena provato in Spagna,
nei dintorni di Malaga. Con una considerazione strettamente personale:
in Triumph sottolineano che questa Tiger è
un’evoluzione del modello
uscente. Sarà, ma tra le due non c’è
una vite in comune, e cambia pure
la filosofia di modello, quindi parlerei più che altro di
una vera e
propria rivoluzione.
TIGRE
DA STRADA
Inizia
una nuova
era per la tigrotta inglese, dunque. E
devo dire che, pur continuando ad apprezzare molto la mia - anche
perchè, lo sottolineo, appartiene ad un segmento differente
(non a caso
posseggo anche una vecchia, vissutissima Transalp) – mi tolgo
tanto di
cappello dopo aver provato la sua erede dal piglio piuttosto
aggressivo. Che in realtà ha un telaio evidentemente
derivato da quello
della Speed Triple, seppur con quote meno estreme.
DIFFERENZE
Vediamole:
l’inclinazione del cannotto della Tiger 1050 è di
23,2°, contro i 25,8° della 955 e i 23,5 della Speed,
con rispettivi
valori di avancorsa di 87,7 - 87,9 – 84 mm; e con interassi
di 1.497,
1.515 e 1.429 mm. Il forcellone della New Tiger, bello e ben fatto,
è
molto simile a quello della Daytona 675, quindi fa storia a
sè, e
agisce su un ammortizzatore con regolazione idraulica del carico molla
(ma senza manettino: ci vuole un cacciavite) e
dell’estensione.
L’escursione da 200 mm della "endurona" scende quindi a 150
(140, sulla
Speed Triple), giusta via di mezzo per una moto del genere.
ROVESCIATA
DAVANTI
E davanti
c’è una Showa a steli rovesciati,
(regolabile in precarico, estensione sullo stelo sinistro e
compressione sul destro) ma da 43 mm Ø contro i 45 della
Speed; e
anch’essa con 150 mm di escursione, contro i 120 della Speed
e i 170
della Tiger 955. Quanto al materiale rotabile, i cerchi in lega da 17"
hanno le medesime misure della sorellina naked con gli "occhiali": 3,50
anteriore e 5,50 dietro, ma con radiali Michelin Pilot Road. Nulla a
che vedere, dunque, con le ruote della "mia" moto: 2,5x19" davanti,
4,25x17", e gomme "ibride" Michelin Anakee da 110/80 e 150/70. Per non
parlare dei freni: qui siamo a livello Speed Triple, con due dischi
anteriori da 320 mm e pinze radiali 4 pistoncini, e posteriore da 255
(220, sulla Speed) e pinza a 2 pistoncini. Tutto materiale Nissin, che
francamente mi fa abbastanza gola.
TRE
CILINDRI
EVOLUTO
Sotto al telaio troviamo il formidabile triple in
versione da 1.050 cc, naturalmente omologato Euro 3, che eroga 115 cv a
9.400 giri (contro 128/9.100 della Speed, 123/9.250 della Sprint ST, e
i 105/8.900 della vecchia Tiger), e con 100 Nm di coppia a 6.225 giri:
in questo caso, siamo a 105/5.100 per la Speed, 104/5.000 per la
Sprint, 98/5.700 per "nonna" Tiger, che evidente si difende ancora
più
che bene. Il motore gode di una nuova centralina Keihin con ECU dalla
memoria raddoppiata, quindi più rapida e precisa nei calcoli
- verrà
adottata su tutti i modelli con lo stesso motore - consentendo di
diminuire i consumi alle alte velocità ben del 30%. Bene, se
lo
sproloquio tecnico/numerico vi ha lasciati indenni, ora passiamo al
resto.
DALLA
CARTA
ALLA
STRADA
Il progetto "Tiger Evolution" ha preso vita
nell’agosto 2003 a livello concettuale. Dopodichè,
assieme agli amici
di Marabese Design, l’ottobre successivo iniziò lo
sviluppo stilistico,
che nel luglio 2004 venne definitivamente deliberato per dar vita nel
marzo 2005 alla prima moto funzionante, e ai relativi collaudi
terminati pochi mesi fa. Ci si attendeva una moto vicina al prototipo
Tiger Sport ideato e suggerito a John Bloor (il "signor" Triumph)
qualche anno fa dal compianto Carletto Talamo (ex-importatore Triumph
in Italia), poco prima dell’incidente dove perse la vita.
Questa Tiger
1050, in effetti, un po’ ci si ispira, ma solo a grandi
linee. Siamo al
cospetto di una moto tuttofare - una "Urban Sport Tourer", come viene
definita ad Hinckley - molto facile da usare, con una buona autonomia
garantita dal serbatoio da 20 litri in acciaio (il mio ne tiene 24,
però è di plastica, quindi niente borse
magnetiche...) e sospensioni
confortevoli. Una moto il cui peso a secco dichiarato è di
198 kg (17
meno della 955), quindi non troppo impegnativa da questo punto di
vista.
TRE SELLE PER TUTTI
I GUSTI
E con una sella apparentemente bassissima,
perchè si presenta molto infossata e col codino
all’insù: in realtà
siamo a 83,5 cm da terra, contro gli 84 di quella del vecchio modello
sistemata in posizione più bassa, ma è comunque
favorevolmente sagomata
per poggiare bene i piedi a terra. Qui non esiste regolazione in
altezza, ma sono previste una sella più bassa e una
più alta di un paio
di cm. Così come si potrà scegliere una serie di
accessori per tutti i
gusti: motovaligie rigide impermeabili, oppure morbide da
città; sella
Comfort con imbottitura in gel, manopole riscaldabili e parabrezza
maggiorato per i turisti; parafango anteriore in carbonio e marmitta
"libera" (ma uguale all’originale) per i più
"caldi". E non è tutto,
perchè poi abbiamo borse da serbatoio e da sella, cavalletto
centrale
(bleah!), antifurto imobilizer, GPS e altro ancora.
COSTRUITA
CON CURA
La realizzazione della nuova Tiger è molto curata,
non si notano cablaggi disordinati, e sull’ampio manubrio
cromato
troviamo una pompa freno con serbatoio separato e leve regolabili,
anche per la frizione, nonostante non sia idraulica. Bello il
cruscotto, evidentemente estrapolato da Speed Triple e Daytona 675, e
ricco di informazioni: oltre a velocità, giri e
chilometraggio,
infatti, abbiamo temperatura dell’acqua, orologio, due trip
parziali,
autonomia residua, tempi di percorrenza, velocità media e
massima e
consumi istantaneo e medio. Che desiderare di più? Quanto ai
colori, la
scelta è tra il classico nero (Jet Black), il Caspian Blue,
un
abbacinante Fusion White e lo Scorched Yellow, tipo Daytoncina. Il
prezzo della Tiger 1050 è una piacevole sorpresa: 10.300
€ su strada,
molto interessante per un prodotto di questo livello e cilindrata, che
troveremo dai concessionari giusto in tempo per un bel regalo di
Natale. E a febbraio arriverà la versione con ABS, a 11.200
€, sempre
"chiavi in mano".
COME
VA
Siamo andati a rischiare il diluvio in Spagna, precisamente a
Malaga, per provare questa interessantissima proposta britannica su un
percorso che porta alla cittadina di Ronda attraverso una splendida
strada di montagna, dove già si svolse il test in anteprima
della
Kawasaki Z750. L’acqua l’abbiamo evitata per pura
fortuna, di
conseguenza io e gli altri soggetti pericolosissimi (cioè
quelli che si
divertono a scrivere quà e là le proprie
impressioni di guida sulle
motociclette in prova) ci siamo divertiti proprio tanto. Peccato
mancasse Cordara, un tipo che conoscete bene, e noto per non essere
assolutamente competitivo...Del resto, gli è toccata la
Yamaha R1 in
Qatar, e la formula dell’ubiquità non
l’ha ancora messa a punto bene...
PRIMA
PROVARE...
La nuova Tiger non mi aveva colpito granché a prima
vista, più che altro per quella accentuata infossatura
centrale che
sembra causata da un grosso masso precipitato sulla sella
dall’alto,
tipo Wilcoyote. Ma forte della mia ferrea regola ormai nota a chi mi
conosce (cioè "prima si prova, poi si parla"), ho
soprasseduto al primo
giudizio estetico per gustarmi questa moto dalla quale in ogni caso mi
aspettavo molto. E a ragione. Intanto in sella ci si trova subito ben
sistemati, con tutto a posto e un bel manubrio largo il giusto per
tenere sotto controllo il mezzo.
TRE
IL NUMERO
PERFETTO
Il rumore roco del grosso tre cilindri (il mio
motore prediletto da sempre, assieme al V4) ovviamente mi ha fatto
sentire a casa fin da subito, e dopo cento metri dalla partenza mi
sembrava di aver già capito tutto. Sterzo ce
n’è a sufficienza per ogni
manovra, i piedi toccano terra bene (io ho le gambe lunghe, comunque),
la frizione è morbida e precisa, e il cambio solo un
po’ ruvido quando
si marcia piano, poi si "scioglie" per benino. Manco a dirlo, anche con
questo motore si riesce a marciare anche a meno di 1.000 giri in sesta
e poi riprendere senza la minima incertezza.
Tant’è che, una volta
svicolati dal traffico intenso e iniziate le curve, ho percorso come al
solito un bel po’ di chilometri proprio in sesta, tenendo
tranquillamente il passo allegrotto del resto della truppa, guidato
come al solito da un leader col "minimo alto" (stavolta si trattava di
Simon Warburton, Product Manager di Triumph).
BELLA
GUIDA
La nuova Triumph si guida bene, è precisa, facile e
sincera: ti aiuta a correggere eventuali errori, e le sue Pilot Road ti
lasciano tranquillo anche quando il fondo stradale non è
proprio
perfetto, reggendo poi ottimamente anche quando diventa bello. La
ciclistica è equilibrata dunque, e la taratura delle
sospensioni mi è
piaciuta perchè, pur essendo piuttosto morbide, anche quando
si alza il
ritmo non disturbano affatto. A meno che non si arrivi impiccati in
ingresso di curva attaccandosi ai freni anteriori per correggere un
accenno di "lungo", e allora la forcella chiede un po’ di
freno
idraulico in più. Altrimenti abbiamo un buon compromesso
anche per gli
asfalti brutti, senza sentir la moto andare a spasso per conto suo
sulle buche.
STACCATE
DA
SPORTIVA
Qui si può parlare a ragion veduta di
"staccatone", perchè con quei freni anteriori potenti ma
molto ben
modulabili è una vera pacchia. Anche il posteriore non
è male (su certe
Triumph bisognava prenderlo a calci per rallentare un minimo),
è
potente il giusto se si guida normalmente; però viaggiando
forte,
specie in discesa, arriva a bloccare abbastanza presto. Ciclistica
globalmente sana, insomma, con cui sul misto ci si muove senza alcuna
fatica, e pure sul veloce la moto rimane solida e sempre stabile. E il
motore, dolce e possente com’è, è
davvero adatto a tutti, oltre che un
bijoux per chi non tollera le vibrazioni: le sue curve di erogazione
sono esemplari, e da meno di 1.000 quasi fino a limitatore (10.200)
è
tutto grasso che cola.
VELOCITA'
La velocità massima non è elevatissima: 220 orari
effettivi,
rilevati in omologazione, che comunque per me sono più che
sufficienti.
Personalmente ho letto 230 a 9.000 giri sugli strumenti, guidando in
posizione eretta, mentre la moto dotata di scarico libero –
splendida
voce, e motore più pronto subito, ma un po’ meno
meno dolcezza ai bassi
– ha superato i 240; però poi il motore faceva un
po’ "muro",
probabilmente perchè la mappatura dell’elettronica
non era stata
adeguata allo scarico.
BEN
PROTETTI
E la protezione aerodinamica? Molto buona, direi: col
plexiglas di serie si viaggia tranquillamente almeno a 170, mentre
quello alternativo, leggermente più alto e più
ampio (ma comunque bello
da vedere) devia meglio l’aria da spalle e testa anche a 200
orari e
oltre, almeno nel mio caso (sono alto 1,76). Per quanto riguarda il
passeggero, so dirvi solo che si siede decisamente più in
alto, ma la
postura mi è parsa buona, almeno da fermi. Quanto ai
consumi, al
ritorno da nostro giro di oltre 200 km i computer di bordo delle varie
moto segnavano valori medi compresi tra i 14 e i 15 km/litro.
|
Come
è stata accolta
dal mercato la nuova enduro stradale inglese?
Il 2007, anno di lancio della nuova Tiger,
è stato
un anno positivo per Triumph ed in particolare per Triumph Italia che
ha visto aumentare il numero di motociclette vendute di oltre il 30%
grazie anche alla nuova Tiger immatricolata in 992 esemplari.
Negli
Stati Uniti la Triumph Tiger 1050 ha ottenuto riscontri
favorevoli sia dal pubblico che dalla critica, vincendo il
premio come "Best Standard" dalla rivista Cycle World Magazine grazie
all'ottima combinazione di prestazioni, comfort di
guida e divertimento!
Anche
la rivista Motorrad, la più venduta in Germania, ha
premiato la Tiger come miglior enduro contro la BMW R1200GS, la KTM 990
Adventure, la Suzuki V-Strom 1000 e la Honda Varadero 1000.
La
Tiger ha vinto anche il premio "Best Sport-Standard" e "Best
Motorcycles of the Year" della rivista inglese Rider Magazine ed il
premio "Motorcycle Sport and Leisure's" battendo la KTM 950 e la Ducati
Multistrada.
MY 2008
Il
MY 2008 rimane praticamente invariato tranne per la nuova
colorazione Blazing Orange che
sostituisce il vecchio Scorched Yellow.
2008 Triumph
Tiger 1050
MY 2009
All’intermot
di Colonia
2008, Triumph presenta una versione SE
(Special Edition) della sua Tiger 1050, moto polivalente e dalle ottime
qualità dinamiche, che col tempo ha saputo ritagliarsi una
nutrita fetta di estimatori. La
Tiger SE
nasce con l’intento di accontentare il
motociclista viaggiatore fornendo un equipaggiamento completissimo
già compreso nel prezzo; la Tiger SE può contare su borse laterali
rigide, ABS,
paramani e una speciale verniciatura bicolore di serie.
COMUNICATO
STAMPA TRIUMPH
La famiglia Tiger
cresce
Pensata per
esaltare la vocazione turistica della versatile sport tourer che ha
conquistato schiere di fan in tutto il mondo, la nuova Tiger SE farà
ingolosire i motociclisti affamati di avventura.
Condivide con il modello base sia l'entusiasmante motore tricilindrico
da 1.050cc, 113CV e 100Nm, sia l'efficace ciclistica con sospensioni
regolabili, promettendo dunque lo stesso piacere di guida, il feeling
immediato e la notevole autonomia - 320km -, dote irrinunciabile per
una sport tourer.
Si differenzia però per la ricca dotazione di serie, con ABS, valigie
laterali in tinta e i pratici paramani. Inoltre, la si può
immediatamente riconoscere per l’elegante grafica bicolore nero/grigio
opaco, abbinamento ispirato da uno dei benefit dei ragazzi di Hinckley,
ovvero la possibilità di ordinare per se stessi una motocicletta in uno
qualsiasi dei colori dell’intera gamma Triumph.
La Tiger SE sarà prodotta in edizione limitata, raggiungerà le
Concessionarie Ufficiali Triumph agli inizi del 2009 e costerà 12.200
euro chiavi in mano.
|
La
nuova versione
bicolore nasce da alcune prove eseguite dal reparto design di Hinckley.
Simon Warburton, product manager Triumph, spiega ”Alcuni dei
nostri collaboratori stavano provando nuove colorazioni per la Tiger.
Durante la fase di sostituzione delle parti della carrozzeria ci siamo
resi conto dell’effetto nato fra
l’accoppiamento fra la tinta Matt Black e la tinta Matt Graphite. Questo
suggerimento si è
trasformato nella versione SE che proporremo per il 2009!"
Condivide
con il
modello base sia l'entusiasmante motore tricilindrico da 1.050cc e
113CV, sia l'efficace ciclistica con sospensioni regolabili,
promettendo dunque lo stesso piacere di guida, il feeling immediato e
la notevole autonomia (320km). Prodotta in edizione limitata è in
vendita dalla primavera del 2009.
La
Tiger 1050
versione standard, invece, rimane in listino praticamente immutata, col
suo generoso motorone tricilindrico e le colorazioni bianco, arancione
e nero; disponibile con o senza ABS.
MY 2010
La Tiger 1050 MY2010 si
discosta
dal modello precedente per la nuova strumentazione ed è
disponibile nelle colorazioni Fusion White e Jet Black. La
colorazione Blazing
Orange è rimasta in
produzione solamente nel 2008 e 2009.
2010 Cruscotto
Tiger
Dal lato tecnico
non si segnalano novità confermando la Tiger un mezzo
molto versatile ideale per città, autostrata e passi di montagna.
Invariato il potente 1050 da 113CV.
La Tiger SE ABS è
proposta nelle esclusive colorazioni Matt Graphite o
Blazing Orange e oltre all’ABS di serie monta valigie in tinta e
paramani.
2010
Tiger 1050
2010
Tiger SE 1050
MY 2011
La Tiger 1050
MY2011 rimane sostanzialmente invariata rispetto al modello precedente.
Inizialmente
il progetto Tiger 1050 si rivolgeva a tre distinte tipologie di
motociclisti: il cliente che utilizza la moto tutti i giorni, quello
più viaggiatori ed il turista veloce. Dopo qualche anno, almeno nel
nostro paese la Tiger 1050 ha trovato la sua collocazione naturale: il
90% delle Tiger vendute in Italia sono SE probabilmente acquistate dal
motociclista che ama una moto dalla guida più sportiva ma senza
rinunciare alla comodità del manubrio alto, alle borse laterali e alla
sicurezza (la SE monta di serie l'ABS).
MY 2012
Nata sotto il segno della
versatilità, la Triumph Tiger 1050 è una creatura rara, perfettamente a
suo agio sia nella in città che negli ampi spazi aperti. Ed è proprio
questa capacità di adattarsi a ogni ambiente che l’ha resa uno dei
modelli Triumph più venduti degli ultimi anni, in grado di riscuotere
enorme successo in tutto il mondo. Basta salire sulla Tiger 1050 per
capire come mai tanti motociclisti abituali la scelgano per i loro
spostamenti quotidiani. La sella alta 835 mm offre una posizione
dominante sul traffico e la comodità necessaria per coprire lunghe
distanze. La potenza fluida della Tiger 1050 deriva dalla versione a
115 CV del leggendario triplo Triumph da 1050 cc, capace di sviluppare
98 Nm di coppia già a 6250 giri.
2012 Tiger 1050 MY2012
Certo la Tiger 1050 è
perfettamente a suo agio in città come in autostrada, ma è sul misto
che si esprime davvero al meglio. Triumph l’ha dotata di un telaio che
non sfigurerebbe su una moto sportiva. La struttura perimetrale in
alluminio presenta un forcellone in alluminio con capriata di rinforzo,
abbinato a ruote in lega leggera da 17” che calzano pneumatici da
strada sportivi. Sia la forcella da 43 mm a steli rovesciati, che il
mono posteriore sono totalmente regolabili nel precarico e ritorno. La
frenata è garantita dalle doppie pinze radiali a quattro pistoncini che
mordono i dischi da 320 mm.
Unitamente alla posizione di guida e al manubrio largo, il telaio e il
propulsore della Tiger 1050 conferiscono grande controllo e sicurezza
al pilota, rendendo la moto subito docile e facile da guidare. Il
serbatoio da 20 litri consente di percorrere oltre 320 chilometri senza
soste rifornimento.
Il 26 settembre 2011, con un comunicato stampa Triumph presenta la
Tiger 1050 MY2012 che presenta sostanzialmente una nuova taratura delle
sospensioni (più rigide) ed un nuovo manubrio riposizionato più in
basso di 20 mm. Il tutto per una guida più stradale.
Ricordiamo la versione SE con borse da 43 litri, paramani, cavalletto centrale, sella in gel e ABS di serie.
Tiger
1050 MY2012: nuovo look più sportivo (26/09/2011)
A partire da oggi
Triumph lancia sul mercato internazionale la versione 2012 della Tiger
1050, la “stradale” della famiglia Adventure (di cui fanno parte anche
le Tiger 800 e 800XC), ideale per lunghi viaggi in coppia come per i
rapidi spostamenti quotidiani in città.
Due le novità di rilievo rispetto al MY2011:
1. nuova
taratura
delle sospensioni
(anteriore e posteriore) con idraulica rivista per migliorare
l’escursione, con molla del mono più rigida del 29%, e un indice di
carico che passa da 108 a 139N/mm. Il risultato è una guida più
reattiva quando si è da soli e più confortevole in coppia, con un
miglior controllo in frenata e a pieno carico.
2. un nuovo
manubrio in alluminio anodizzato nero, più basso di 20mm
rispetto al precedente in acciaio, che rende la posizione di guida più
caricata in avanti.
Da un punto di vista estetico, piccoli tocchi
di
classe che rendono le Tiger e Tiger SE MY2012 ancora più affascinanti e
sportive: nuove grafiche sui fianchetti, nuovi indicatori di direzione
e “decromatura” di alcune parti per allinearsi alla tendenza del
momento che preferisce la finitura satinata rispetto a quella cromata.
Cerchi, flange dei dischi anteriori, pinze anteriori e altri dettagli
sono rifiniti in nero, supporti pedane di pilota e passeggero sono
verniciati in grafite, silenziatori e altri dettagli prima lucidati
come i paratacco, sono ora realizzati in acciaio con finitura satinata.
Colori:
Tiger 1050 - Phantom Black
Tiger 1050 SE ABS - Diablo Red, Crystal White
ed il bicolore
Matt Black/Matt Graphite.
Prezzi:
invariati rispetto ai modelli precedenti, con la Tiger 1050 venduta a
11.445 Euro e la Tiger 1050 SE a 12.655 Euro comprensiva di ABS, borse
laterali in tinta, cavalletto centrale e paramani.
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2011
Tiger SE 1050 MY2012
2011
Tiger SE 1050 MY2012
2011
Tiger 1050 MY2012
2011
Tiger 1050 MY2012
2012
Tiger 1050 MY2012
Questo è l'ultimo anno di
produzione della Tiger 1050 in questa configurazione: dal 2013 il
modello subisce alcune importanti modifiche. Nasce la Tiger Sport.
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