1949-1973
Gli anni della TRIUMPH TROPHY - in collaborazione con Claudio Sintich (www.sintich.com)
Il
direttore generale della Triumph Edward Turner, notoriamente avverso
alle competizioni, era
favorevole a far
gareggiare solo i modelli
derivati
direttamente
dalla produzione di serie, per ottenere il massimo ritorno
pubblicitario da eventuali successi.
E' per questo
motivo che
la
Triumph
partecipava alle gare
trial di
durata, alle Sei Giorni e ad altre manifestazioni di questo tipo.
Per consentire ai
suoi piloti Alan
Jefferies, Jim Alves e Bert Gaymer di partecipare nel 1948 alla
Sei Giorni Internazioale Trial di Sanremo, fu costruito un prototipo su
base Speed Twin
la moto che, alla presentazione nel '37, rivoluzionò
un
mercato dominato da monocilindriche colorate di nero o
argento
con la sua totale colorazione amaranto e
con il
suo motore bicilindrico da 500c.
Era la
prima volta che la Triumph usava un bicilindrico per partecipare alla
Sei giorni.
Per
il prototipo fu scelto di utilizzare
il telaio della bicilindrica militare TRW che risultava essere
più corto e più
alto da terra di quello della Speed Twin. Per rendere più
leggero il motore di
serie, la testata ed il cilindro in ghisa della Speed Twin furono
sostituiti con quelli in alluminio del generatore di corrente portatile
realizzato per la R.A.F. (Royal Air Force – aviazione ).
Il
generatore portatile della Triumph per la R.A.F. utilizzato durante
la Seconda
Guerra Mondiale.
Qui fotografato
senza il
lamierato di protezione per evidenziare la forma squadrata di
testa e cilindro.
La
piccola
e leggera moto era caratterizzata da: camme con fasatura adatta al
fuoristrada, pistoni a bassa compressione, cambio con rapporti
“wide” da
fuoristrada (con 1a e 2a molto corte), scarico due in uno
alto
sul lato
sinistro, parafanghi in alluminio, sella monoposto, fanale anteriore
piccolo e forcella
con molle interne.
L’esito
della gara fu positivo, la moto arrivò prima al traguardo.
Per
sottolineare questo evento si decise di mettere in produzione una
replica del
prototipo vincente, chiamata “Trophy“ in ricordo di
questa
vittoria alla
Sei Giorni, classe “ Trofeo”.
TR 5
TROPHY 500 cc.
PRE UNIT 1949 – 1953
Il
modello
messo in produzione
nel 1949 è dotato di un telaio monotubo sdoppiato ancora
più raccolto
attorno al
motore rispetto al prototipo,
una ruota
anteriore da 20” con freno laterale da 7”, la ruota
posteriore da 4” di sezione
e 19” di diametro per alzare il più possibile la
moto. Il
mozzo posteriore
elastico era disponibile come optional. Per non progettare un nuovo
telaio,
Turner aveva creato un sistema di molleggio nel mozzo posteriore.
Questo aveva
una escursione di circa cinque centimetri e permetteva di costruire una
moto
con sospensione posteriore servendosi di un telaio rigido. Inoltre,
essendo
venduta come optional, questa modifica garantiva un guadagno extra.
1949
- TR5 Trophy 500 cc
Pre Unit - La prima Trophy -
1949
- TR5 Trophy restaurata (e
fotografata) da Ken Middleditch
Mozzo
Elastico – Un modo geniale per equipaggiare un telaio rigido
di
sospensione posteriore.
Il
piccolo serbatoio della benzina è cromato con le guance
laterali
verniciate in argento (come le bande centrali dei cerchioni ruota
cromati) e filetti blu. Il resto della moto è espressamente
rivolto al fuoristrada come il prototipo. Il fanale anteriore
è
provvisto di uno sgancio rapido dall’impianto elettrico, ed
è quindi facilmente rimovibile per partecipare a gare di
trial o
cross
(grazie alle vibrazioni, si sganciava facilmente anche durante
l’uso stradale della moto, con grande piacere del
guidatore!).
La moto ebbe un
successo immediato.
Nel 1951 fu
montata la testa ed il
cilindro in alluminio con
l’alettatura molto fitta del Tiger 100 con conseguente
modifica
dello scarico in quanto i condotti dello stesso non erano
più paralleli ma divergenti.
Nel 1954 i carter
motore furono
modificati con l’introduzione
di
cuscinetti per l’albero motore di maggiore diametro.
Nel
1955 furono introdotte importanti modifiche al telaio monoculla
sdoppiato sotto il motore: l'introduzione del
forcellone
posteriore con ammortizzatori Girling. Il serbatoio della benzina
è
verniciato in azzurro come i due parafanghi, mentre il fregio sul
serbatoio viene rinnovato introducendo le celebri quattro bande cromate.
TR5
Trophy 500 cc Pre Unit 1955
1955
- nuovo
fregio Triumph con le quattro bande cromate
Il
carburatore diventa monoblocco con la vaschetta unita al corpo, mentre
la sella monoposto viene sostituita con la versione biposto.
Il
motore è aggiornato modificando i pistoni in modo da
raggiungere
un rapporto di compressione più spinto e modificando quindi
la
filosofia di base di questo modello, ora più crossistica e
meno
trialista. Cambia anche il carter della trasmissione primaria, ora
più corto.
Nel
1957 cambiano i fregi sul serbatoio benzina, ora chiamati
“mouth
organ“, il freno anteriore, che pur rimanendo da
7”
viene
sostituito con uno a tamburo centrale modificando di conseguenza il
sistema di
fissaggio del perno ruota ed i gambali della forcella. Le molle interne
non vengono modificate.
Fregio Mouth Organ
introdotto nel
1957
Nel
1958, ultimo anno di produzione del TR 5, viene introdotto il
cambio “slickshift “ che permette di cambiare
marcia
anche senza usare la frizione. Premendo leggermente la leva del cambio,
un sistema meccanico aziona la frizione, poi
premendo a fondo il pedale del cambio si cambia marcia. Facile in
teoria ma non in pratica, specialmente con gli stivali da fuoristrada.
TR6 Trophy 650 cc Pre Unit
1957 - 1962
A
seguito delle forti richieste da parte del mercato americano di un
modello più potente, nel 1956 fu introdotto il Trophy TR 6,
abbinando al motore del Tiger 110 con testata in alluminio la
ciclistica del TR 5. L’aumento
delle
prestazioni fu notevole, pur mantenendo
le
stesse camme e pistoni, e ben presto arrivarono grandissimi successi in
America.
TR6
Trophy 650 cc
Pre Unit 1957
Nel
1957 cambiano i fregi sul serbatoio benzina, arrivano le
“mouth
organ“, il diametro del freno anteriore aumenta a
8”
conservando il mozzo laterale ed introducendo il piatto freni
ventilato. Viene adottato il cambio “ slickshift”.
Nel 1958 viene
introdotto un nuovo
albero motore in un unico pezzo con il volano imbullonato
sopra
tramite
tre bulloni, in quanto quello vecchio non reggeva più
all’aumento della potenza. Questa motocicletta è
l’ultimo Trophy
pre-unit da fuoristrada.
Nel
1960 viene
adottato il nuovo
telaio a doppia
culla con forcellone, chiamato “duplex“. Nel motore
l’alternatore rimpiazza la dinamo, mentre per
l’accensione
rimane il magnete. Con l’introduzione
dell’alternatore
cambia anche la forma del carter della trasmissione primaria. Questo
modello, pur essendo chiamato Trophy, è in realtà
un
modello
stradale, praticamente un Bonneville con un solo carburatore.
Nel
1961 viene
modificato il
telaio, con l’aggiunta di un tubo di rinforzo sotto il
serbatoio
benzina, mentre nel 1962 termina la produzione del modello TR 6 Trophy
come pre-unit.
T
100 C - TROPHY 500cc. - UNIT
Nel
1959 viene
introdotto il motore unit 500 cc. Il nome Trophy
torna con
l’uscita
di due nuovi modelli per il mercato americano nel 1966, siglati T 100
C. Il
serbatoio benzina ed il fanale anteriore sono più piccoli,
lo
scarico alto due
in uno è posto sul lato sinistro, le pedane anteriori
diventano
pieghevoli, mentre
il carter paramotore ed i parafanghi sono in alluminio. Il motore
è come quello
della versione stradale, con un carburatore ma con il cambio
“
wide “ da
fuoristrada. Le forcelle hanno le molle esterne come il 650 cc e
l’impianto
frenante anteriore composto da freno centrale monocamma da 7”
.
Alcune dettagli
cromatici, come il colore della sella, differenziano i modelli
destinati alla
costa est da quelli destinati alla costa ovest.
Il
prototipo del telaio usato nella 200 miglia Daytona nel 1966
–
cambia la
triangolazione del telaio nella zona del canotto di sterzo, con il tubo
superiore del telaio di diametro maggiore, il perno del forcellone
più
lungo ed irrigidito con due piastre saldate alla culla posteriore .
Queste modifiche saranno
introdotte l’anno successivo
nella produzione di serie.
Nel
1967, oltre all'introduzione del telaio visto a Daytona l'anno
precedente, vengono modificati i pompanti della forcella e gli scarichi
vengono sdoppiati in due marmitte sempre posizionate in alto sul lato
sinistro della moto.
Nel
1968
finalmente il freno
anteriore diventa a doppia camma, mantenendo il diametro da
7”.
Nel
1971 e 1972 riprende la produzione del T 100 C con pochissime
modifiche rispetto al modello precedente.
In questi
anni la Triumph sta
vivendo uno dei momenti più difficili della propria storia.
T 100 C
Trophy 500 cc unit 1971
TR5T
TROPHY TRAIL o ADVENTURER
All’inizio
del 1973 è
disponibile nei concessionari la Triumph TR5T, modello destinato molto
di più al fuoristrada rispetto al T100C che era
fondamentalmente
uno stradale con look da scrambler. Questa moto sarà anche
l’ultimo modello di unit 500cc prodotto dalla casa di Meriden.
1973
- TR5T
TROPHY TRIAL o ADVENTURER
La TR5T è un abile mix di materiale già esistente
opportunamente adattato. In poche parole, nel telaio O.I.F. della BSA
B50 Gold Star/Victor (già utilizzato con successo sulle moto
da
Cross di Smith e Banks), viene trapiantato il bicilindrico Triumph
Daytona 500, cioè una delle migliori espressione dei motori
"unit" prodotti a Meriden abbinato ad un singolo carburatore. Per
accogliere il bicilindrico Triumph, il telaio BSA B50 viene modificato
nella forma del trave superiore. Sulla TR5T non viene riproposto il
silenziatore di scarico con griglia paracalore cromata, ma un originale
impianto due-in-uno con un corto e tozzo silenziatore che si sviluppa
sotto il motore. Il parafango anteriore è staccato dalla
ruota,
mentre il serbatoio benzina in alluminio ha le guance laterali
verniciate di giallo. Il manubrio cromato con traversino, il tappo a
croce per effettuare Il rifornimento del lubrificante e la
strumentazione di fabbricazione giapponese (!).
Fortunatamente il telaio
O.I.F. della B50 non ha niente a che spartire con i "cugini" stradali.
Qui il serbatoio dell'olio è ospitato nel trave discendente
anteriore - per assicurarne un raffreddamento - e presenta diversi
fazzoletti di rinforzo in lamiera stampata che ne aumentano la
rigidità. Il forcellone in rubi tondi d'acciaio lavora su
cuscinetti a rulli e il suo perno di fissaggio al telaio è
montato su eccentrici abbondantemente forati che consentono di regolare
il tiro catena senza allentare la ruota posteriore. Dalla B50, la TR5T
eredita anche freni e sospensioni che sono comunque adottati su gran
parte della produzione della Casa inglese in quegli anni. La forcella
con steli da 35 mm costruita in proprio copia la Ceriani dell'epoca,
mentre gli ammortizzatori posteriori sono i soliti Girling regolabili
su 3 posizioni di molla. l freni sono i "celebri" tamburi conici che
richiamano quelli utilizzati sulle Norton Manx da GP degli anni 50 e
60, sicuramente accettabili su una moto dalle caratteristiche on-off
come la TR5T.
La
produzione inizia nel
novembre 1972 fra enormi difficoltà economiche.
Potenzialmente
la TR5T potrebbe avere buone chances di successo, nonostante vi siano
numerose concorrenti come la Honda CL450 (anch'essa bicilindrica 4T),
le Suzuki TS400 e Yamaha DT 250 a 2 tempi alle quali si aggiungono le
proposte spagnole di Bultaco, Montesa e Ossa. Negli USA il modello
della Casa inglese viene commercializzato con il nome TR5T Trophy
Trial. In Europa e nel resto del mondo la moto viene invece messa in
vendita come Adventurer, mentre per tutti gli altri mercati la
denominazione ufficiale è TR5T Trophy Trial.
TR5T
-
versione Adventurer - allo stand Triumph al Salone londinese
di
Earls Court con parafango posteriore corto e freno anteriore monocamma
da 152, 4mm. In alternativa era possibile avere il tamburo
conico
da 203 mm a doppia camma introdotto su tutta la
gamma
BSA/Triumph dal 1971.
Sul
mercato
USA, dove la
Triumph vacilla da tempo sotto i colpi delle Case giapponesi, le
vendite crollano. C'è tempo però per realizzare
una
versione della TR5T riveduta e corretta in diversi piccoli particolari,
come ad esempio la nuova forma della scatola filtro e alcuni attacchi
del motore al telaio, prima che la produzione venga sospesa alla fine
dell'anno 1973 (novembre) con un totale di 2.552 esemplari.
La
Sei Giorni del 1973
Con
il nome Trophy
Trail, la Triumph vuole ricollegare la nuova TR5T alla gloriosa TR5
Trophy del dopoguerra, una moto nata espressamente per le competizioni
e capace di affermarsi a partire dal '48 in tutte le discipline
fuoristradistiche, dal Trial alla Regolarità.
Così quando
la Sei Giorni Internazionaie di Regolarità dei 1973 approda
negli Stati Uniti, l'occasione sembra propizia per far scendere in gara
le neonate Triumph anche se nel fuoristrada le moto a 4 tempi hanno
chiuso un epoca e non sono più competitive, A Pittsfieid,
nei
Massachusset, sono presenti 8 TR5T per le squadre inglesi ed americane,
ma non c'è il coinvolgimento diretto della Casa vista la
precaria situazione finanziaria che attraversa. Le moto, preparate
nella sede BSA di Duarte da Bob Tryon, adottano forcella Betor, ruote e
freni Rickman, uno scarico speciale ed il retrotreno della BSA B40.
Penalizzate dal peso eccessivo (145 kg, almeno 30 in più
rispetto alle due tempi Maico, Husqvarna e CZ), dalla "stazza"
considerevole e da un motore poco potente, le Triumph fanno
dell'affidabilità la loro carta vincente. La squadra inglese
conclude al secondo posto il Trofeo (dietro le CZ), mentre gli
americani finiscono al quinto. Unico inconveniente registrato sulle
moto è la rottura delle molle della forcella Betor. Quella
negli
Stati Uniti è l'ultima grande impresa della Triumph nella
Regolarità.
1973
- Uno
degli esemplari che parteciparono alla sei giorni nel Massachusset
TR
6 TROPHY 650 cc UNIT
Dopo
l’entrata in produzione del motore unit nel 1963 la turistica
Thunderbird, la sportiva Trophy e la super
sportiva Bonneville utilizzano la medesima ciclistica. Il telaio
ritorna
monoculla sdoppiata sotto il motore con il forcellone
posteriore il cui perno è bloccato anche dalle
piastre
posteriori del motore. La forcella ha le molle esterne ed il freno
anteriore è da 8” monocamma. Il motore ed il
cambio
sono
meccanicamente uguali al pre-unit, con la
differenza che il carter motore include nella sua fusione sia il
cambio che la trasmissione primaria, anche se con compartimenti
separati per il loro olio. La catena primaria diventa duplex con un
pattino tendicatena per regolare la tensione. Per ovviare alle ripetute
rotture delle testate in alluminio del Tiger 110 (incrinatura
della
testa tra i bulloni di fissaggio e la camera di scoppio) si
passa da otto a nove bulloni per il fissaggio stessa.
Aumentando la distanza dei bulloni di fissaggio dalla camera di scoppio
si eliminavano le rotture precedenti. L’accensione
è garantita da una coppia di puntine comandate da un
ruttore fissato all’asse a camme di scarico con una bobina
per
ogni cilindro. Il serbatoio della benzina è fissato in tre
punti
in
modo elastico ed è abbinato ai fregi mouth-organ, lo scarico
due
in uno
sul lato destro in basso. Il modello, siglato TR6SS, ed
è
principalmente stradale.
Nel 1964 gli scarichi diventano due sdoppiati con due marmitte basse.
TR6R
Trophy unit 650 cc 1966
Nel
1966
si ritorna a due
modelli distinti: uno stradale siglato
TR6R con scarichi bassi, fanale anteriore e serbatoio benzina
voluminosi, e la versione fuoristrada siglato TR6C che monta gomme
tassellate. Quest'ultimo modello differisce in base al mercato di
destinazione: per la costa americana Est
monta il
fanale
anteriore, il serbatoio
benzina piccolo e gli scarichi alti uno per lato dotato di silenziatori
mentre il modello destinato alla costa Ovest non è dotato di
fanale anteriore e monta entrambi gli scarichi, senza
silenziatori, sul lato sinistro.
Cambia
anche il fregio sul serbatoio della benzina, ora
chiamato “ eyebrow “ e il nuovo impianto
elettrico da 12
volts.
TR6 R UNIT
650 - 1966
Nuovo
fregio
"Eyebrown"
Nel
1967 una sola versione è disponibile per il mercato
americano dotato di scarico alto con
due silenziatori sul lato sinistro.
Nel 1968 il
carburatore Monobloc
viene sostituito dal Concentric, con
il passaggio della vaschetta da laterale ad inferiore e viene montato
un supporto alettato per il diodo sotto il fanale anteriore e,
finalmente, il freno anteriore diventa a doppia camma con il cavo del
freno che esce parallelo al terreno.
Nel 1969 cambia
ancora il fregio
sul serbatoio della benzina, ora
chiamato “ frame badge “. Viene modificato il
leveraggio
sul piatto del freno anteriore, in questo modo il cavo del freno
anteriore passa parallelo alla forcella.
Nuovo
fregio "Frame
Badge"
Solo modifiche di dettaglio vengono apportate nel il 1970.
Ultima grossa modifica risale al 1971, quando arriva l’O.I.F.
il
nuovo
telaio a doppia culla con il tubo centrale di grosso diametro che funge
anche da serbatoio dell’olio.
Telaio
O.I.F. – Olio Nel Telaio 1971
Il
modello del '71, oltre al telaio O.I.F., ha un forcella con foderi
in alluminio e pompanti modificati con i freni conici
che ricordano quelli del Norton Manx. Il telaio invece deriva dal
Trackmaster, usato già da parecchi anni per le
gare
fuoristrada in America.
La prima serie del
telaio O.I.F.,
con culla
posteriore molto alta, non era molto pratica per piloti sotto il metro
e novanta, mentre l’infelice posizionamento degli attacchi
del
cavalletto centrale causarono una serie di rotture del telaio che
misero in seria difficoltà la Triumph, costretta a cambiare
in
garanzia un numero impressionante
di
telai. Cambiano
la forma del
serbatoio benzina, i fianchetti e la sella che diventa molto sottile
per
cercare di abbassare il più possibile l’altezza
della
moto. I problemi al telaio verranno risolti nelle successive versioni
con abbassamento della culla posteriore. Il motore rimane
meccanicamente inalterato, tranne che per il sistema di fissaggio della
testa ed i
relativi castelli delle punterie al cilindro. Questo fu reso necessario
dal fatto che il telaio era stato disegnato dalla B.S.A. per il motore
Lightning più basso del Bonneville. Senza la
modifiche di
cui sopra, per smontare la testa bisognava staccare tutto il motore dal
telaio! Gli scarichi rimango
alti sul lato sinistro.
Durante l’inverno del 1972, Bepi Koelliker, allora
importatore
Triumph per l’Italia modificò alcune Bonneville
invendute:
utilizzò un serbatoio della benzina in fibra di vetro con
una
capienza di circa otto litri, lo scarico alto due in uno sul
lato sinistro con
una marmitta a sogliola con l’uscita rettangolare simile a
quella
usata sui Trident da corsa. Il portatarga posteriore fu sostituito conu
un in gomma, prodotto dall’Ariete e la sella sempre biposto
venne
leggermente accorciata. Rispetto alle altre Trophy di serie la testata
montava due carburatori .
L’ultimo Trophy nel 1972 e 1973 è il TR6VC con il
cambio a
cinque marce. Finisce così la produzione del modello Trophy
iniziata nel lontano 1949.
TR6C
Trophy 650 cc 1971
In
realtà ci fu un breve ritorno di questo modello, infatti nel
1981, Meriden introdusse principalmente per il mercato Francese un
modello adattato per il fuoristrada chiamato TR7T Tiger Trail. Il
motore 750 cc aveva un solo carburatore Amal Concentric Mk1, il
rapporto di compressione ridotto a 7.5:1 ed uno scarico colorato di
nero due in uno che usciva in basso sul lato sinistro per poi finire in
una marmitta dal disegno particolare. La forcella anteriore Triumph era
colorata di nero, mentre al retrotreno vennero montate sospensioni
della Marzocchi. L’assetto della moto era stato rialzato
montando
una ruota anteriore da 21”, mentre la posteriore la misura
era
4.00x18” entrambe con gomme Avon da trial. Il
fanale
anteriore Lucas era da
6” con il doppio supporto degli strumenti che conteneva da
una
parte il contachilometri e dall’altra parte, dove nel
Bonneville
era il contagiri, le spie delle luci e la chiave
dell’accensione.
Il freno anteriore a disco è abbinato al monocamma laterale
da
7.5” sul posteriore. Il serbatoio della benzina, verniciato
in un
giallo brillante
come i fianchetti ed i parafanghi in plasticaera,
era il
modello piccolo
destinato al mercato americano senza le ginocchiere in gomma ed il
fregio di metallo. La sella era più corta dei modelli
stradali,
montava un carter inferiore paramotore senza il cavalletto centrale. Il
modello rimase a catalogo fino al 1983 per una produzione totale di
circa 250 esemplari.
TR7T
Tiger Trail
Il nome Trophy tornerà nel 1990 con la nuova Triumph di Hinckley: 1991 Trophy 1200.
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il nuovo
sito di Sintich :
Parte
del materiale
relativo alla TR5T del 1972 qui riprodotto è tratto da
Motociclismo d'epoca (Ottobre 2003).
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