La supersportiva degli anni
'20: Triumph 3 1/2 hp Type R
La chiamavano Riccy ma il suo vero nome era "Triumph 3 1/2hp R" dove la
R sta per Ricardo, Harry Ricardo, un eccellente tecnico che tra i primi
si dedicò in modo sistematico e scientifico allo studio del
motore a scoppio ed in particolare alla sua funzionalità e
al
suo rendimento relativi alla conformazione delle camere da scoppio: sua
è la famosa "testa Ricardo" per motori a valvole laterali.
1924
Triumph "Riccy"
Dopo
la partenza nel 1919 di Shulte, socio
nonchè primo progettista
Triumph, la casa di Coventry si rivolge a
Harry
Ricardo uno dei più quotati progettisti del momento per la
progettazione del motore che
dovrà equipaggiare
le automobili che Triumph ha deciso di mettere in produzione dal 1923.
In campo sportivo le Triumph avevano ottenuto buoni successi con il
solito motore a valvole laterali di Shulte, tra cui la vittoria al
Tourist Trophy del 1908: ma oramai per essere competitivi ci voleva
qualcosa di nuovo e,forte della collaborazione con Ricardo, la casa di
Coventry annuncia nel 1920 la preparazione di un nuovo modello da corsa
con quattro valvole in testa derivato pur sempre dai motori
in
produzione del tipo SD. La Model R
(Riccy) è considerata la più veloce moto di serie
prodotta in quegli anni!
Per
la gara del TT di
Man del 1921, Triumph schiera alla partenza sei motociclette Model
“R” dotate del nuovo monocilindrico 500cc (AxC
81x97mm)
progettato in collaborazione con Harry Ricardo. Partendo dal motore
550cc del
precedente modello SD (non utilizzabile per le competizioni in quanto
la cilindrata è superiore al limite di 500cc), viene
ridisegnata
la testa introducendo quattro valvole posizionate a 90°
(comandate da aste e bilancieri supportati da cuscinetti a sfera)
mentre
il
cilindro in acciaio è accoppiato con un pistone in
alluminio. Il
nuovo monocilindrico è in grado di erogare 20/21 cavalli. La
gara fu un disastro per Triumph: solo una moto
arriverà
al traguardo in sedicesima posizione. Nonostante questi risultati non
incoraggianti il progetto non viene abbandonato.
L'anno successivo, il 1922, sarà favorevole alla "Riccy" che
raccoglierà molti successi sul campo: pilotata da Halford, che
collaborò con
Ricardo per la
messa a punto del nuovo motore, la
“Riccy”
infrange, nel circuito di Brooklands, tre record mondiali: quello di
velocità 500cc percorrendo 123,3 km (76,74 miglia) in
un’ora, le 50 miglia (80,5 km) alla media di 124,4 km/h
(77,27
mph) ed il record sul miglio a 141,3 km/h (87,8 mph). Sempre nel '22 Walter Brandish si
classifica al secondo posto del Senior TT in sella
alla "Riccy".
Nonostante i risultati positivi la casa di Coventry non insiste con le
competizioni e preferisce svilupparne una versione di serie denominata
Type "R" da 3 1/2hp e 500cc. L'apparizione della "Riccy" fece
sensazione essenzialmente per la distribuzione a quattro valvole, dato
che il resto della motocicletta era in linea con la precedente
produzione Triumph. Dotata di prestazioni di tutto rispetto
resterà a catalogo fino al 1927 con una produzione limitata
a
soli 2000pz.
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L'elegante e robusta
borsa in cuoi che serviva per riporre i numerosi attrezzi di bordo.
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La sospensione anteriore
è costituita da una forcella a parallelogramma tipo "Druid".
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La coperture in pelle
della sella non è originale.
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Sulla sinistra del
manubrio trovano posto il manettino dell'anticipo, la leva della
frizione e la leva dell'alza valvole.
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Tachimetro contamiglia e
faro Lucas con amperometro non originale. |
Sulla
destra del manubrio si trovano, oltre al comando del freno anteriore,
il
manettino del gas e dell'aria (non originali in questo esemplare). |
Il modello “Riccy” entra in
produzione con il
cilindro in ghisa (al posto di quello in acciaio dei modelli da corsa
dell’anno precedente), i freni a pattino tipo bicicletta e
finalmente la forcella tipo “Druid”
sostituisce la
vecchia a molla orizzontale. Il prezzo al pubblico è pari a
120
£. La velocità massima raggiungibile è
di 135 km/h
(84 mph). L’impianto di illuminazione elettrico ed il clacson
sono offerti come optional.
Le
foto ritraggono un esemplare del 1924 ottimamente conservato e
dotato della targa originale! Di dimensioni notevoli, lunghezza 226cm,
ricalca la tipica linea delle moto inglesi degli anni '20: con sella
piuttosto alta, ha il manubrio leggermente spiovente a dare un tono
sportivo in contrasto con il portapacchi posteriore decisamente
proiettato all'indietro e al parafango anteriore fortemente avvolgente.
Il telaio in tubi di acciaio trafilato con giunzioni forgiate molto
eleganti e curate, è del tipo a mono culla aperta,
completata
dal carter motore: rigido posteriormente adotta all'avantreno una
forcella a parallelogramma tipo "Druid" con frenasterzo, che finalmente
sostituisce quella oscillante tipica delle Triumph precedenti.
L'impianto frenante comporta al retrotreno un pattino su puleggia a
gola fissati ai raggi della ruota, comandato da pedale a sinistra, ed
un piccolo tamburo comandato dalla leva sul manubrio a destra per
l'avantreno: nel complesso è abbastanza efficiente anche se
tende a "stancarsi" facilmente. Le ruote montano pneumatici Dunlop da
26" x 3" a tallone.
Il motore è senza dubbio la parte più
interessante e
caratteristica della "Riccy" ma nello stesso tempo è la
parte
che lascia più perplessi perchè in esso troviamo
un
miscuglio di soluzioni d'avanguardia e decisamente datate. E' evidente
che il prestigioso apporto di Ricardo si è limitato ad
interventi sulla testata e sulla distribuzione per farne una motrice di
prestazioni, ritenendo la parte bassa del motore tipo SD
sufficientemente robusta per sopportare l'incremento di potenza.
L'imbiellaggio è tutto montato su cuscinetti di rotolamento
(a
rulli la testa e di bielle ed a sfere l'albero) di generose dimensioni.
Il pistone è in lega leggera ma la lubrificazione resta la
stessa dei modelli precedenti senza nè pompa ne dosatori
automatici ed è affidata totalmente al guidatore che ad
intervalli di 5-10 km a seconda del carico e della velocità
imposti al motore, deve provvedere ad iniettare nel carter una certa
quantità di olio per mezzo di una pompa manuale posta sul
serbatoio: sistema ormai superato e quasi inconcepibile su una macchina
sportiva in presenza di motori, un esempio per tutti Guzzi, che
affidavano alla efficienza della lubrificazione la loro sicurezza e
longevità.
Interessante la testa separata in ghisa con camera di scoppio quasi
emisferica dotata di quattro valvole a due a due in parallelo tra loro
inclinate e richiamate da doppie molle cilindriche. Il comando avviene
per mezzo di aste posizionate come nelle valvole laterali che azionano
due bilancieri a doppio dito di spinta (uno per valvola) i cui assi
ruotano su cuscinetti a sfere alloggiati in supporti previsti di
fusione della testa e lubrificati da un grasso che periodicamente deve
essere introdotto togliendo appositi coperchietti. Tutto il complesso
lavora completamento allo scoperto. L'alimentazione è
assicurata
da un unico carburatore Triumph del tipo con le valvole del gas e
dell'aria in due cilindretti verticali paralleli. Lo scarico ha due
tubi, uno per valvola, che confluiscono in una camera di espansione
fusa in alluminio e posta in basso davanti al carter e da cui parte un
solo tubo diritto terminante all'altezze del mozzo posteriore sulla
destra. Cosa curiosa è che la camera di espansione fa da
supporto la gruppo Lucas Magdyno (magnete e dinamo) il quale,
certamente non corre il rischio di patire il freddo. E' anche
interessante il decompressore o comando di "mezza compressione" posto
sul lato del lato destro del carter ed azionabile dal pedale previsto
per facilitare l'avviamento. Questo dispositivo non è da
confondere con il classico l'alza valvola, di cui la R è
pure
dotata e che di quei tempi si soleva azionare in alternativa alla
frizione nei cambi marcia. A questo motore è accoppiato a
mezzo
di catena sotto carter stagno a bagno d'olio il cambio - brevetto
Triumph già visto sulla SD - a tre marce con presa
diretta
che incorpora una frizione a dischi multipli in acciaio e similoro nel
cui mozzo è inserito un efficiente parastrappi: il complesso
è di costruzione piuttosto complessa ma funziona bene ed
è facilissimo da manovrare. La trasmissione finale
è a
catena. Sulla "Riccy" era montato di serie l'impianto elettrico ,
comandato a catena sotto carter a tenuta d'olio, tipo Magdyno Lucas e
batteria. Magnete e dinamo sono riuniti in un solo apparecchio; la
dinamo è una "tre spazzole" da 6V/7Ah ed è
completata da
un interruttore di minima racchiuso in un blocchetto posto sotto il
serbatoio che funge da interruttore/deviatore in cui
è
compresa una resistenza di "mezza carica" da inserire quando la moto
viaggia a fari spenti al fine di non sovraccaricare e danneggiare la
batteria. Nel complesso la Type R è una brillante
motocicletta
che comprende il conservatorismo inglese e la ricerca di una soluzione
di avanguardia.
Scheda Tecnica:
Motore: |
Monocilindrico
verticale in ghisa
- Testa a quattro valvole in testa su camera emisferica comandate da
aste e bilancieri. Accensione a magnete - Alimentazione con carburatore
Triumph. Lubrificazione a tutta perdita con pompa manuale. |
Corsa
x Alesaggio: |
mm
81 x 97 =
499 cc; potenza nominale 3 1/2hp potenza effettiva circa 12hp. Pistone
in allumino. Imbiellaggio su cuscinetti a rotolamento. |
Trasmissione: |
primaria
a
catena sotto carter in bagno d'olio. Secondaria a catena scoperta.
Frizione a dischi multipli metallici. Cambio separato brevettato
Triumph a tre rapporti con presa diretta. |
Telaio: |
in
tubi d'acciaio a culla aperta e rigido posteriormente. |
Sospensione: |
anteriore
a forcella tipo Druid a due molle. |
Freni: |
posteriore
a cerchietto anteriore a tamburo |
Ruote: |
con
pneumatici a tallone da 26 x 3" |
Peso: |
circa
145 kg |
Velocità: |
circa
110 km/h |
(tratto dall'articolo di Niki Galletta pubblicato nel numero settembre
1995 di Legend Bike)
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