Speed Cerbero | ||
SPEED TRIPLE 1050 CERBERO by MOTOLAB
Questa Speed Triple “Cerbero” cambia la prospettiva, il “punto di vista” di guidare una naked aggressiva, grazie alle tante e valide modifiche operate con grande manualità da Ivo Sanson titolare dell'officina MOTOLAB di Sacile. Tanta ciclistica ed emozioni a palate in sella a una moto che, per natura e design, sorprende sempre.
Moto e Laboratorio Insomma Ivo è un genio
genuino, che si esprime attraverso quello che realizza tra le sue mura,
assolutamente uniche per via dialcuni “gadget” dedicati alla sua
competente clientela. Ma di questo parleremo più avanti… Così la sua
bella Speed Triple lo “ricalca” alla grande. Questa realizzazione
lascia davvero pochissimo spazio alla critica: la “Cerbero” 1050
infatti, è talmente curata nel dettaglio che bisogna avvicinarsi con la
lente per assaporare la minuziosità dell’intervento, in alcune zone
realmente radicale, come nel caso della parte posteriore, completamente
riprogettata. Che altro dire prima di avventurarci in questo test… Motolab è davvero una “fucina di idee e soluzioni” ma, soprattutto, un posto molto accogliente dove il cliente avverte la professionalità e la tutela della propria passione a 360 gradi. Ivo Sanson è un preparatore che “sente” ciò che fa e, questa bellissima Cerbero 1050, è uno degli esercizi di stile più riusciti del preparatore di Sacile.
Grinta e colori made in FRK Tra le
lavorazioni più importanti, legate all’impatto estetico, segnaliamo il
manubrio Rizoma a sezione variabile, caratterizzato da risers molto
bassi (solo 40 mm dalla piastra superiore), a vantaggio di un maggior
carico dell’avantreno. A questo si aggiunge un piano sella, ora in
neoprene, che si alza per circa 1,5 cm dal piano del codone. Anche il
gruppo ottico anteriore è diverso: infatti, le coppe std sono state
sostituite da elementi in carbonio realizzate dalla stessa Motolab;
ovviamente anche i supporti sono nuovi, ora più bassi e che consentono
un diverso orientamento delle parabole stesse. E poi ci sono i tamponi
paracorona, paraforcellone, oltre a quello sistemato sul carter motore,
tutti realizzati dalla Motolab, una finezza che oltretutto evita
disastri in caso di scivolata. La “Cerbero” è forte di viteria LighTech
in Ergal (che riguarda anche la corona con nuova ghiera di fissaggio in
alluminio e bulloni sistemati per interferenza), azienda con cui Ivo
Sanson ha un ottimo rapporto di collaborazione tecnica. Ma non è tutto:
pregevoli ed uniche per disegno le leve regolabili della statunitense
Pazzoracing.
Ciclistica: ne vogliamo parlare? I piedini
forcella sono std, mentre la coppia di dischi freno da 320 mm è della
Alth accoppiati alle pinze std ad attacco radiale (che montano
pastiglie ZCOO 2C carboceramiche); la flangia è ricavata dal pieno,
mentre i materiali usati per i dischi sono acciai svedesi di altissima
qualità. Ma le lavorazione si estendono anche alla zona del cannotto di
sterzo, visto che Ivo Sanson ha scelto di sostituire i cuscinetti std a
sfera con elementi a rulli conici, soluzione che “imprime” maggiore
precisione di guida in pista quanto su strada. Andiamo avanti? Sì,
perché dobbiamo Appena in sella si sente il lavoro di fino operato
dalla Motolab: la sella è un po’ alta, il busto si posa delicatamente
sul manubrio Rizoma, con il risultato di assumere una posizione che
carica l’avantreno. La moto sembra più corta è vero, ma ciò che piace
in assetto statico è l’impressione di grande bilanciamento dei pesi,
cura operata per renderla molto più precisa nei cambi veloci oltre che
in fase di ingresso curva. Le pedane LighTech sono posizionate alla
giusta altezza e le ginocchia non sono mai troppo alte, ma, al
contrario, mantengono una linea con la mezzeria del serbatoio. I
comandi sono pratici, specie le leve, e basta davvero un nanosecondo
per regolarne la distanza. Il propulsore tre cilindri Triumph gira
tondo e regolare fin dai regimi più bassi, ovvero 2.000 giri/min. Non
esistono buchi o incertezze quando si apre il gas, ma, al contrario,
l’erogazione appare sempre molto fluida e lineare. Solo attorno ai
4.000 giri/min si fa leggermente più ruvida, ma, superati di poco i
5.000 torna ad essere un motore molto regolare. Si può cambiare a gas
aperto sopra i 6.000 giri/min grazie al taglio che opera lo switch
Dynojet: un gioco da ragazzi per un gusto assoluto di sentire il motore
urlare senza mai smettere tra un cambio marcia e l’altro. Forse gli
innesti sono un pelino duri, ma il cambio della Speed Triple lo è un
po’ di suo e quindi questo non è una novità assoluta e fa parte del
“gioco”… Le strade attorno a Sacile non erano in perfette condizioni,
ma sono state utili per capire tutta la vera natura di questa naked
Motolab; infatti, gli interventi sulla ciclistica hanno generato un
comportamento del tutto nuovo rispetto alla base di partenza da
cui Sanson ha iniziato. Cosa significa? Ad esempio la forcella funziona
in modo eccellente e riesce a trasmetterti fiducia sull’anteriore.
Certo il suo funzionamento è un po’ spigoloso sullo sconnesso, e
infatti abbiamo provveduto ad un nuovo set-up proprio per renderla più
“delicata”, anche se perfettibile per la guida su strada. In staccata
funziona benissimo, senza mai cedere il passo al fondo corsa; anche
grazie al nuovo equilibrio globale della moto, questa “Cerbero” resiste
anche ai carichi più elevati, ovvero quando si pinza forte senza troppa
delicatezza sulla leva… Con i nuovi cuscinetti a rulli conici poi, lo
sterzo risulta molto più preciso, anche se abbastanza reattivo tra le
mani, e questo significa guida precisa e massima maneggevolezza sia
nelle esse che sui tornantini impostati a bassa velocità. Certo quando
dal manto stradale arriva qualcosa come un’irregolarità/asperità, il
contatto si trasforma in un colpo diretto sulle braccia, ma, grazie
alla nuova posizione di guida, tutto è sempre sotto controllo. Anche il
mono lavora alla grande, tanto da far operare meglio anche il
forcellone e l’intero sistema progressivo della sospensione. L’appoggio
è sicuro e la “Cerbero” cambia lato con estrema naturalezza e velocità.
Anche sui lunghi rettilinei percorsi ad alta velocità, la moto è
stabile e mai accenna a problemi di sterzo o di fastidiose
oscillazioni. Corta e nervosetta sul misto, questa bella Speed sa far
godere il suo pilota, grazie anche ad un impianto frenante realmente
eccellente per prontezza d’intervento ed efficacia frenante. Si avverte
una grande sensazione di potenza nei freni e questo invoglia a staccare
sempre più dentro la curva; un impianto azzeccato che lavora senza mai
cenni di affaticamento dinamico. E la qualità della frenata risulta
molto modulabile ed anche il disco posteriore assolve con destrezza al
suo compito, sia nella percorrenza curva che nelle pinzate estreme.
Intervista ad Ivo Sanson “Bei ricordi.. Il mio primo tuning è stato su una bicicletta, su cui montai una coppia di ammortizzatori. Poi passai ad un Caballero della Fantic, un mito, moto che mio fratello non usava mai. Tolsi la sella per guidarlo tra i campi mentre in seguito m’inventai un forcellone a banana modificando tutta la parte posteriore. La prima volta che misi mani sul motore fu un disastro… Ricordo che spaccai tutto a causa di un errato montaggio dei segmenti ma poi le cose cambiarono ed iniziai a lavorare in un’officina di camion, posto dove imparai il mestiere del meccanico”.
Le tue tappe importanti come tecnico sono state… "A 16 anni avevo il Laverda 125, moto su cui lavorai tanto, un bel ricordo. Poi iniziai ad aggiustare le moto degli amici ovviamente, a cui seguì un capitolo di pilota 125 nella TT4 in sella ad un telaio Golinelli ed un motore Villa. Imparai a sistemarmi la moto così… Poi lavorai alla Albatros di Sacile e questo fu un bel salto di qualità. Feci anche una gara per il Team Azzurro ricordo… Tanti ricordi bellissimi insomma ed
oggi la Motolab,aperto nel 2004, la mia seconda casa, nata anche per i
miei clienti speciali, non attento ai numeri ma alla qualità assoluta. E
poi mi sono circondato di persone collaborative, amici, ma anche
imprenditori come Furlan, titolare della Lightec o l’amico Franco Basso
della FRK che mi aiuta nella realizzazione delle grafiche. Alla fine
degli anni ’80 inoltre, ho lavorato per un team di Forlì dove ho
imparato molte cose, visto che realizzavamo telai delta box per e su
quote Aprilia, stampi, moto da corsa, oltre acurarne lo sviluppo
globale per i piloti, insomma una bella esperienza…”
Del tuo lavoro ti piace… “Mi piace inventare sempre qualcosa, lavorare bene e soddisfare
il cliente soprattutto. Per questo ho realizzato la mia “base” con un
piano dedicato proprio a loro con tv, poltrona massaggi, salottino,
angolo PC con internet ed altri confort…”. E poi è arrivata la Cerbero…
“Il marchio Triumph mi piace perché è particolare ed esclusivo… Mi
piace il motore, la sua erogazione e, fin dalla prima volta che ne sono
entrato in possesso, ho subito pensato di arrivare all’obiettivo di
farne una special vera. Questa Cerbero mi ha richiesto tanto tempo, ma
lo sviluppo è arrivato un po’ alla volta, su strada, in pista, fino
alla modifica del codone monoposto, ma senza adattarne uno ma
inventandolo personalmente. Volevo fare un pezzo unico pur rimanendo
nelle “sfera” Triumph: per questo ho sfruttato i fianchetti standard
variando il codone, alzandolo per tanto che basta per renderla
originale… Altra idea era quella di portare i pesi nella porzione
centrale. Ho iniziato a lavorarci nel novembre 2008 ma il tempo
dedicato è stato finalizzato ad un prodotto pulito anche dove non si
vede. Il prossimo lavoro sarà una special su base Speed Triple 955 del 2001: l’idea è quella di spostare il serbatoio dietro, affogare il cruscotto un blocco unico e dare un aspetto molto basso alla moto che avrà due posti. Anche qui concentrerò le masse, la moto sarà molto corta, una Street Fighter minimalista…”. Per maggiori informazioni vi consiglio di vistare il sito di Motolab:
|
Torna alla pagina SPECIAL TRIUMPH
|
|||||
|
|||||
Storia Triumph | Special Triumph | Speed Triple | Bonneville | Daytona 675 | Street Triple |
Tiger | Triumph d'Epoca | Pubblicità | Cataloghi | Competizioni | Carlo Talamo |
|