Triumph 650 6/1 (1933) | ||
E'
il 1932 quando il tecnico Val Page, appena arrivato in Triumph,
progetta il Model 6/1 la prima motocicletta bicilidrica messa
in
produzione dalla casa inglese. Triumph Model 6/1 (versione del 1935 con cambio a pedale) Nel settembre del 1933
Val Page presenta due
prototipi di un nuovo motore
bicilindrico 650cc in
occasione della XV° Sei Giorni Internazionale disputata a
Wales. Triumph ritorna così ufficialmente alle
competizioni dopo molti anni. Uno delle due moto prototipo gareggia
in versione “solo”
(senza sidecar) mentre la seconda è abbinata ad un
sidecar:
entrambe sono dotati del nuovo bicilindrico. Questo è il
primo motore
bicilindrico interamente progettato e messo in produzione dall'azienda
inglese (il precedente del 1913 rimase allo stadio di prototipo). Il nuovo modello twin
sarà poi presentato come Model 6/1.
L’esordio di questo bicilindrico è promettente: la versione sidecar pilotata da Harry Perrey si classificherà al secondo posto guadagnando la medaglia d’argento alla Sei Giorni Internazionale del ‘33. Finita la gara i due prototipi (solo e sidecar) sono riportati in fabbrica, smontati e controllati: tutto fu trovato in ordine confermando la bontà del progetto. La versione “sidecar” scese di nuovo in pista a Brooklands per battere il record sulle 500 miglia. La nebbia però rovina i piani dell’ambizioso Perrey. Nonostante il tempo inclemente il sidecar raggiunge circa 80 mph (129 km/h) dimostrando così di essere una delle motociclette più veloci in produzione. Per questo exploit Triumph guadagna il Maudes Trophy. Il
nuovo bicilindrico frontemarcia di Val Page è caratterizzato
da una cilindrata di 646cc (corsa x alesaggio
84 x 70mm), da
valvole a 90° in testa a vista e dall’albero motore a
360° (pistoni a movimento parallelo) e cambio in blocco
(costruito
in casa). Il circuito di lubrificazione a carter secco è
dotato
di doppia pompa comandata da un eccentrico posto negli ingranaggi della
distribuzione. La pressione di mandata dell’olio è
pari a
4,1 bar (60psi) mentre l’olio in surplus è
utilizzato per
lubrificare gli ingranaggi della distribuzione. La distribuzione si
avvale di un unico asse a camme posto dietro i cilindri e con aste
tubolari che comadano i bilancieri. Le valvole e le relative molle sono
sono scoperte per facilitare la manutenzione. L'alimentazione
è
affidata ad un unico carburatore Amal 22mm montato su un collettore
sdoppiato a Y.
Il blocco cilindri è unico, con le canne sufficientemente distanziate per garantire un buon raffreddamento, e le teste sono separate. Il basamento in lega leggera è diviso verticalmente in due parti in modo assimetrico con la parte meno profonda dal lato del comando della distribuzione. Il
cambio a quattro
marce, dotato di frizione a quattro dischi con inserti in sugero,
è comandato tramite
una
leva posta sul lato destro del serbatoio. Il twin da 25 cv @ 4500 rpm
(rapporto di compressione 6,2:1) è accoppiato ad un telaio
rigido a doppia culla inizialmente pensato per
l'abbinamento con un sidecar.
L’impianto frenante
è
composto da due tamburi (anteriore destro e posteriore sinistro) di 8"
di diametro (20,3 cm) comandati entrambi dal comando a pedale
(frenata integrale). Il freno può essere bloccato e quindi
utilizzato come freno di stazionamento a moto ferma, cosa molto
importante nel caso di abbinamento con il sidecar. Il tachimetro, il
fanale ed il clacson sono montati nella forcella
a parallelogramma tipo “girder” e costruita dalla
stessa
Triumph.
Il resto dei comandi elettrici, come gli interruttori dei fanali, sono
contenuti in un panello montato sul serbatoio. Le ruote a raggi hanno i
cerchi a calane largo permettendo così di montare pneumatici
da
27x4". Interessante la possibilità di togliere la ruota
posteriore senza dover smontare il tamburo e la corona.
1933
– Model 6/1 dotata del
bicilindrico 650cc progettato da Val Page
Nonostante la buona
pubblicità, le innovative soluzioni
tecniche, le finiture accurate,
la
vittoria del Maudes Trophy ed
i record a Brooklands, la Model 6/1 non avrà un grande
successo
a causa del peso elevato (progettato specificatamente per
l’utilizzo con
sidecar)
e prezzo non concorrenziale a causa dei costi di produzione elevati
(quasi nessun
componente in comune
con gli altri modelli della gamma). La scelta di presentare la
motocicletta con il comando del cambio a mano non fu tra le
più felici nel momento in cui nel 1934 il cambio a
pedale era già di uso comune: solo verso la fine
dell’anno questa soluzione diverrà di serie.
Verrà prodotta per tre anni fino alla arrivo della Speed Twin progettata da Turner. |
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