Daytona 955i nella versione
2001 ultimo anno di produzione
ANTICIPAZIONI
Dalla rinascita nel 1991, la Triumph ha saputo crearsi una buona
reputazione grazie alla qualità e all'affidabilità delle proprie
motociclette. Tutti i modelli prodotti fino al 1996 sono
sostanzialmente figli dello stesso progetto nato a metà degli anni '80.
Anche le tre cilindri classiche (leggi Thunderbird del 1995 e simili)
derivano dal progetto "T300" originale.
Dal 1991 al 1996 i progettisti di Hinckley hanno
continuato a sviluppare le “T300” ottimizzando e migliorando
le motociclette anche grazie ai feedback ricevuti dal campo.
Il
primo vero progetto innovativo, dal 1991, è
quello che porterà alla luce delle mitiche T595 Daytona e T509 Speed
Triple. I tecnici di Hinckey infatti l’anno successivo alla
presentazione della gamma 1992 sono già proiettati a definire la nuova
piattaforma per la seconda generazione di motociclette.
La nuova T595 Daytona, e la sorella T509 Speed Triple, non
hanno parti in comune con le vecchie moto se non
il motore che è derivato dal precedente tre cilindri 885cc in
produzione dal
1992.
Nel 1994 John Bloor, proprietario dell’azienda inglese,
decide di voler costruire una sportiva dal gusto classico dopo aver
visto in un giornale la Over 850, una special giapponese costruita
sulla base della Yamaha TDM. Il primo team di progettisti era composto
da 50 tecnici ed il progetto doveva essere pronto per l’autunno del
1994. La prima versione fu scartata perché “poco originale” mentre la
seconda perché “troppo costosa”. La nuova moto avrebbe infatti dovuto
far concorrenza alla CBR 900 e alla Ducati 916 sia in termini di
prestazioni che di prezzo. In una prima fase venne anche valutata la
possibilità di progettare un bicilindrico da elevate prestazioni. Il
terzo progetto, frutto di un compromesso fra i primi due, è quello che
poi porterà alla T595.
Durante la fase di sviluppo del motore (fluidodinamica e
messa a punto dell’impianto di iniezione) ci furono non pochi problemi
da risolvere: durante test aerodinamici presso il circuito
di Bruntingthorpe fu necessario montare un
turbocompressore al prototipo per raggiungere velocità superiori a 230
km/h! I primi motori
non riuscivano a superare infatti i 108CV all’albero!
Sei prototipi semi definitivi furono testati a fondo,
opportunamente camuffati, in Germania, Italia ed Usa.
Nel
1996, poco prima della presentazione ufficiale, vengono pubblicate
sulle riviste del settore le
fotografie dei prototipi del progetto T595/T509.
1996 - prototipo T595
praticamente definitio in test
I primi “scoop” della stampa specializzata riportano le
specifiche della nuovo moto, che poi verranno puntualmente smentite
alla
presentazione a Colonia. Le prime indiscrezioni riportano infatti l’uso
di elettronica Magneti Marelli (sarà Sagem), cerchi Marchesini (saranno
Brembo), freni inglesi Alcon (saranno Nissin) composti da due dischi
flottanti anteriori da 310mm (saranno da 320 mm).
1996 - prototipo T595 in
versione nuda (la futura T509 Speed Triple) - da Motociclidmo Agosto
1996
1996 - prototipo T595 - da Motociclidmo Agosto 1996
PRESENTAZIONE
SALONE DI COLONIA 1996
In occasione del salone IFMA di
Colonia del 1996, lo stesso in cui fece il debutto la nuova Triumph
cinque anni prima, l’azienda di Hinckley svela la nuova T595 Daytona.
Presentata nel caratteristico “strontium yellow” la Daytona colpisce
positivamente sia il pubblico che la critica: finalmente un
motocicletta all’altezza della concorrenza giapponese.
1996 - Daytona T595 al
salone del motociclismo di Colonia
A poche settimane dopo la presentazione, la T595 viene
presentata al Nec Show di Birmingham durante il quale sono raccolti 800
ordini, ed
in poche altre settimane il numero delle ordinazioni sale a 1400.
Dopo le prime
positive recensioni delle riviste del settore, nella primavera del
1997, si arriva a 1850 Daytona T595 vendute, oltre il 50% del totale
vendite di Triumph di quell'anno. L’anno successivo, il 1998, saranno
venduti altri 1000 esemplari della T595.
1996 - Anticipazione di SuperWheels delle nuove T509/T595
1997
- DAYTONA T595
Motore
Il nuovo motore è frutto dell’evoluzione dello storico
trecilindri corsa lunga 885cc in produzione dal 1992.
Partendo dalla
versione montata sulla Daytona Super III, i tecnici di Hinckley hanno
lavorato per migliorare le prestazioni da un lato, e ridurne il peso
dall’altro. La riduzione del peso di 10,6 kg è ottenuta grazie alla
riprogettazione dei carter e dei cilindri con pareti più sottili e
all’utilizzo di magnesio per i coperchi esterni di frizione, pompa
acqua e testa. Nuovi, rispetto al vecchio 885cc, il cambio, la frizione
(più compatta), gli alberi motore e di bilanciamento i profili delle
camme, i pistoni ed ovviamente l’impianto di scarico e l’airbox. Il
regime massimo sale così da 9700 rpm della precedente tre cilindri fino
a 11.000 rpm di questa nuova versione. L’impianto di scarico 3 in 1
rispetto al precedente 3 in 2 ha fatto risparmiare altri 5 kg.
Lo sviluppo del propulsore, profondamente
ridisegnato
anche negli involucri esterni, è gestito in collaborazione con la Lotus
Engineering nella parte fluidodinamica, nella combustione e nel profilo
degli alberi a cammes. La cilindrata sale dai precedenti 885cc a 955cc
aumentando l’alesaggio da 76 a 79 e mantenendo la corsa invariata a
65mm (per un totale di 955,828 cm3). Le masse in movimento sono ridotte
grazie all’utilizzo di valvole più leggere che valvole
passano da 30 e 26 mm (aspirazione e
scarico) a 32,5 e 28 mm.
Il rapporto di compressione 11.2:1.
La frizione multidisco in bagno d’olio è comandata
meccanicanicamente
(invece del comando idraulico dei precedenti modelli) ed il cambio è a
sei
velocità. Il circuito di lubrificazione viene potenziato con l’aggiunta
di un radiatore dell’olio.
Queste modifiche portano all’innalzamento del regime
massimo di rotazione fino a 10700 giri/min e ad una potenza massima
dichiarata di 130CV a 10200 giri/min con coppia massima 10,2 kgm a 8500
giri/min.
L’alimentazione ad
iniezione elettronica, la prima volta su una Triumph, è
gestita dalla centralina Sagem MC 2000
programmabile dotata di microprocessore a 16 bit. La centralina è
dotata di sistema autodiagnostico, una rarità per quei tempi ed ha una
potenza di calcolo fra le più elevate disponibili per il settore
motociclistico. La centralina riceve i segnali di posizione
farfalla, regime di rotazione, pressione atmosferica e temperatura
ambiente adeguando l’iniezione di carburante tramite gli iniettori a
doppio foro. Per alcuni mercati è prevista una sonda lambda con
catalizzatore (close loop catalytic converter). Il corpo farfallato ha
diametro di 41mm.
Grazie all’eliminazione del trave centrale presenti nei
vecchi telai è stato possibile creare un nuovo airbox di grandi
dimensioni per migliorare la respirazione del motore e di conseguenza
il rendimento.
Le Daytona T595 in vendita dal marzo del 1998 adottano alcuni piccoli
accorgimenti al fine di migliorare il tiro ai medi regimi: alberi a
cammes, condotti di aspirazione e nuova centralina. Queste modifiche
possono essere eventualmente applicabile ai motori
precedenti.
Da segnalare la collaborazione con la John Wilcox - con cui Triumph
lavora dal 1986 - per i test di durata del nuovo propulsore. In uno dei
test il nuovo trecilindri ha girato per 28 ore consecutive ad un regime
variabile da 8.500 a 10.800 giri/min:
1996 - Daytona T595 di
produzione - test di vita
1996 - John Wilcox ed il
motore T595 nel banco prova
Un altro dei test eseguiti nella struttura di Wilcox
è la verifica della corretta lubrificazione a freddo: il motore viene
messo in moto a freddo e fatto girare al massimo dei regimi da subito
per evidenziare le criticità (es. passaggi olio sottodimensionati per
l'elevata viscosità dell'olio a freddo).
Questa esperienza fatta da Wilcox sul T595 ha poi permesso anche la
messa in commercio di kit pee potenziare le nostre Daytona/Speed Triple.
Telaio e ciclistica
Il telaio in tubi ovali è in allumino così come il
forcellone posteriore monobraccio.
Il nuovo telaio è in alluminio (anziché di acciaio come le
precedenti T300) ed è costituito da una culla perimetrale formata da
due tubi a sezione ovale ottenuti per fusione. Collegato al cannotto di
sterzo e fulcro del forcellone posteriore, pesa 12 kg. E’ realizzato
dall’inglese Harris uno dei massimi specialisti inglesi famoso
all'epoca per le sue realizzazioni da GP utilizzate nel motomondiale da
molti privati. I tubi, nelle prime versioni, sono lucidati a specchio.
Le versioni presentate a Colonia avevano anche le piastre laterali
posteriori lucidate.
Il bellissimo forcellone posteriore, sempre in alluminio,
è realizzato per fusione dall’italiana Brembo fornitrice anche delle
ruote a tre
razze cave.
La forcella tradizionale Showa
da 45mm è regolabile con molla a doppio passo, così come è Showa anche
il
monoammortizzatore posteriore. Pneumatici 120/70 ZR 17 anteriore e
190/50 ZR 17 al posteriore.
L’impianto frenante Nissin è composto da una
coppia di
dischi flottanti da 320mm con pinze a quattro pistoncini abbinati ad un
unico disco posteriore da 220mm con pinza a due pistoncini.
Dimensioni: lunghezza 2115mm, altezza sella
800mm, interasse 1440mm,
inclinazione cannotto 24° e avancorsa 86mm peso a secco 198 kg.
Capacità serbatoio 18 litri.
ì
Estetica
La carenatura dovrebbe essere opera di John
Mockett che ha
lavorato per molti team del motomondiale dell’epoca. Nel primo anno di
commercializzazione la Daytona è disponibile in giallo stronzio
(strontium yellow) e nero (jet black).
1997 - Pubblicità della
Numero Tre
1998 - Daytona T595
1998 - Daytona T595
1998 - SuperWheels Luglio 1998
EVOLUZIONE
DEL MODELLO : 1999
La Daytona T595 è battezzata Daytona 955i e riceve
numerosi aggiornamenti al propulsore, qualche piccola modifica alla
ciclistica e nuove grafiche.
1999 - Daytona 955i
Il motore 955i utilizzato nella Daytona (ora ribattezzata
955i in sostituzione della vecchia denominazione T595) è aggiornato con
la modifica dell'impianto di alimentazione allo scopo di migliorarne
l'erogazione alle aperture minime del comando del gas. In particolare
si segnala la nuova inclinazione delle valvole del corpo farafallato
(5° anzichè 12°), il nuovo motorino "stepper" del by-pass del aria di
aspirazione ed il nuovo airbox assemblato con viti (qualità costruttiva
e manutenzione migliorata; riduzione trafilamenti aria). Aggiornati
anche gli alberi a cammes ed i
collettori di scarico ed ovviamente il software della centralina.
Dal punto di vista della ciclistica ed assemblaggio da
ricordare: aumento della luce a terra con nuovo disegno dei collettori
di scarico, aggiornamento della sospensione showa anteriore (nuovo
carico molla a 14kg/mm anzichè il precedente 13kg/mm), nuovo
monoammortizzatore posteriore, cablaggio elettrico e tubi circuito
raffreddamento
riposizionati per migliorare la manutenzione, batteria sigillata
installata di serie (minore manutenzione), diversa rifinitura e
verniciatura del telaio nel colore "gunmetal". Nuove anche le grafiche
sulla carena.
2000
- 2001
La Daytona MY2000 si differenzia dal modello precedente
per le seguente modifiche:
- passo ridotto di 15 mm (modifica del monobraccio)
- rifinitura grigia metallizzata dei cerchi (precedenti
neri)
- nuovo silenziatore cilindrico in acciaio
- nuova grafica utilizzata per la scritte "Daytona" sul
codone
- nuova leva del cambio senza asta di rinvio e calettata
direttamente sull'alberino del cambio
- nuova centralina Sagem MC1000 più compatta e leggera
- nuovo colore aluminium silver in sostituzione al
precedente Jet Black
2000 - Daytona 955i
2000 - Daytona 955i
2001 - Daytona 955i
2001 - Daytona 955i
2001 - Daytona 955i
2001 - Daytona 955i con
accessori
Il MY2000 sarà in vendita anche per i primi mesi
del 2001 in
attesa della presentazione della nuova MY2001 con motore da 150 CV...
ma questa è un'altra storia.
Articolo tratto dal Motociclismo 1997
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Articolo tratto dal SuperWheels 1999
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