Bonneville (Carb.) | ||
Fin dalla rinascita della Triumph nel 1991, gli appassionati della casa inglese attendevano la rinascita della Bonneville, la mitica bicilindrica ad aste e bilanceri progettata da Edward Turner. Presentare una Bonneville nel 1991 sarebbe stata una mossa sbagliata e pericolosa. Triumph ha infatti prima voluto dimostrare di saper costruire motociclette moderne e poi, al momento giusto, ha presentato la nuova Bonneville. Prima foto ufficiale della Bonneville 790cc MY2001 (il
file riporta la data 26-08-2000)
2001 - Triumph Bonneville - Grazie a Stefano per la foto Nel 1995, alla comparsa della classica Thunderbird a tre cilindri, il popolo triumphista iniziava già a sognare una versione in stile Bonneville. Nelle riviste dell’epoca si trovano disegni e bozzetti della nuova Bonnie, mentre allo stesso tempo la casa inglese, attraverso l’allora portavoce Bruno Tagliaferri, smentiva categoricamente l’esistenza del progetto. Addirittura il patron John Bloor, in una delle rare interviste rilasciate, negava l’esistenza di un progetto di questo tipo. D’altra parte le riviste del settore, in particolare l’inglese MCN, confermano l’esistenza del progetto “nuova Bonneville”. Alcune testimonianze riportavano che già nel 1995 è stato visto girare al banco il nuovo motore bicilindrico bialbero ad 8 valvole da circa 50/60CV. Sembrava addirittura che lo sviluppo del nuovo twin inglese sia iniziato nel 1993/4! Nel 1998 MCN pubblica un bozzetto molto più vicino alla versione che andrà in produzione da lì a due anni. Iniziano a trapelare anche i primi dati che, oggi, sembrano frutto della fantasia di qualche giornalista: cilindrata 748cc, raffreddamento ad acqua con piccolo radiatore, iniezione elettronica SAGEM, potenza dell'ordine di 80/85CV ed una versione ridotta a 500cc da circa 60 CV! In realtà la Bonnie del 2000 sarà unica, raffreddata ad aria e alimentata da una copiia di carburatori! 1998 - Bozzetto Bonneville pubblicato da MCN La fase progettuale Chi coinvolgere nel nuovo progetto? Le persone che partorirono la vecchia Bonnie non c'erano più (nel '96 solo tre operai della vecchia meriden lavoravano alla Triumph di oggi, nel reparto acquisti e verniciatura), quindi si decise di rivolgersi ad un giovane designer di 29 anni. Il successo della nuova moto fu immediato, in Inghilterra infatti è stata la Triumph più venduta nel 2001 (primo anno di commercializzazione), e si svilupperà negli anni nella realizzazione di molte varianti (America, Speedmaster, Scrambler e Thruxton). Come dicevamo, nel 1996 all'interno della casa inglese si inizia a pensare alla nuova Bonneville prevedendo un budget di spesa iniziale di oltre 16 milioni di dollari. Nel mese di aprile del 1997 inizia ufficialmente il progetto Bonneville bicilindrico: Project 908 MD. A metà estate la linea guida del progetto è definita e i due team dedicati alla ciclistica e al motore si mettono al lavoro. Nel mese di agosto del 1998 è pronto il primo modello statico in scala reale che viene presentato al marketing. Dall'inizio del progetto è chiaro che la nuova Bonnie dovrà rifarsi al modello T120 del 1969 considerato da tutti "la" Bonneville meglio riuscita. Alla prima versione vengono apportate alcune modifiche: angolo di silenziatori, forma della sella e disegno dei pannelli laterali. Nel mese di luglio del 1997 i team di sviluppo presentano la prima bozza del nuovo Twin che riprende le caratteristiche salienti del predecessore: bicilindrico parallelo verticale, manovellismo a 360° e raffreddamento ad aria... anche l'estetica deve ricordare lo storico bicilindrico di Meriden. A Novembre è pronto il modello statico aggiornato con le modifiche richieste qualche mese prima, mentre nel mese successivo , dicembre 1998, gira al banco il primo esemplare del nuovo motore bicilindrico. Il primo prototipo della nuova Bonneville completo con il motore installato nel telaio è pronto nel mese di marzo del 1999, mese in cui inziano i primi test che vengono allargati nel mese di luglio con altri sei prototipi per lo sviluppo su strada. Due di questi primissimi esemplari sono destinati allo sviluppo della ciclistica mentre gli altri quattro serviranno ad affinare il motore twin. I prototipi vengono testati in varie località degli USA alla ricerca di condizioni climatiche estreme sia verso la parte alta che bassa del termometro. Gradualmente i componenti costruiti a mano vengono sostituiti dai componenti di produzione fino ad avere in test i componenti definitivi di produzione per gli ultimi quattro mesi di test prima del lotto zero di produzione. L'ultima revisione del progetto, in collaborazione con i commerciali ed il marketing per la conferma dello stile e delle specifiche tecniche, avviene nel settembre del 1999. I test finali sono completati nel luglio del 2000 e dopo due mesi la nuova Bonneville viene presentata al salone motociclistico Intermot di Monaco. 2000
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PRESENTAZIONE NUOVA BONNEVILLE 790 (MY2001)
La presentazione ufficiale della nuova Bonneville avviene in occasione del salone motociclistico di Monaco del 2000. Le prime Bonneville arrivano sul mercato nel dicembre del 2000 (MY2001). Il look della nuova bonneville si ispira a quello della T120 del 1968, mentre il motore imita le forme del motore pre-unit con il cambio separato. Le dimensioni generali della nuova Bonneville sono più abbondanti rispetto alle antenate pur mantenendo lo stesso angolo di sterzo (29°). Caratteristica della prima bonnie del 2001 sono i copri carter cromati (anziché in alluminio lucidato), che saranno riservati successivamente alla futura versione T100.
Telaio e ciclistica Il telaio in acciaio è del tipo doppia culla chiusa abbinato a forcelle Showa (o Kayaba?) da 41mm prive di regolazioni (maggiorate rispetto alla vecchia Bonneville). I due ammortizzatori posteriori, regolabili in precarico su 5 posizioni, lavorano con un robusto forcellone in alluminio. La Bonneville non poteva che avere le ruote a raggi: l’anteriore è da 19" (100/90-19”), quella dietro da 17" (130/80-17”), equipaggiate entrambe con dei tubeless Bridgestone BT45. L’impianto frenante ha un grosso disco anteriore da ben 310 mm, mentre il posteriore è da 255mm; entrambi dotati di pinze a due pistoncini. Notevole l’aumento di peso rispetto alla progenitrice: se la Bonnie del 1959 pesava circa 180kg, quella attuale supera i due quintali (205kg)! Ciò nonostante la moto si rivela facile da guidare anche per la ridotta altezza da terra della sella (775mm). La velocità massima (reale) raggiungibile è superiore a 180 km/h, più che sufficiente per questo tipo di moto. La strumentazione è composta dal tachimetro/contachilometri (totale e parziale), completamente analogico, con a fianco quattro spie: manca quella della riserva, per la quale ci si affida al classico rubinetto (purtroppo non è presente il contagiri). La chiave di avviamento va infilata sul blocchetto che sta alla sinistra del faro, una scelta se pur tipicamente "old style" ma un po’ scomoda. Motore Come anticipato la nuova Bonneville ricalca le forme dell’antenata bicilindrica prodotta a Meriden, e anche il motore non si sottrae a questa regola. Del vecchio bicilindrico è stata ripresa l’impostazione estetica (pre-unit del 1959), il numero dei cilindri, la disposizione parallela frontemarcia, il manovellismo dell’albero a 360° ed il raffreddamento ad aria. Ovviamente il “contenuto” dell’unità propulsiva è aggiornato alla tecnologia moderna. I tecnici di Hinckley hanno infatti progettato un motore moderno, affidabile e carattarerizzato da un’ottima erogazione. Il bicilindrico superquadro (alesaggio x corsa = 86 x 68 mm) ha una cilindrata totale di 790cc e grazie alla compressione pari a 9,2:1 garantisce una potenza di 62 CV a 7.400 giri/min con coppia massima di 60Nm a 3500 giri/min. La testata, fusa in alluminio e abbondantemente alettata, ha i condotti di aspirazione e scarico quasi paralleli e quattro valvole per cilindro (con diametro pari a 31mm in aspirazione e 26mm in scarico) comandate da un doppio albero a cammes mosso da una catena Morse dotata di sistema automatico di recupero del gioco. Sempre sulla testa troviamo il sistema di iniezione di aria fresca nei condotti di scarico al fine di rientrare nei limiti imposti dalle normative antinquinamento. La portata d’aria è regolata da una valvola lamellare. Il blocco cilindri è in lega leggera (fusione unica) con canne integrali e dotate di riporto galvanico superficiale (Gilnisil). Testa e cilindri sono fissati al carter motore con otto prigionieri. I pistoni, realizzati per fusione, sono dotati di doppio segmento di tenuta in aggiunta al classico raschiaolio. Le bielle, con sezione a doppio T, sono in acciaio fucinato. Il carter, in alluminio, è separato orizzontalmente. Al fine di ridurre le vibrazioni caratteristiche del bicilindrico a 360°, i tecnici Triumph hanno utilizzato due contralberi azionati da ingranaggi. L’albero motore monolitico in acciaio fucinato ruota su quattro supporti di banco da 38mm dotati di bronzine. L’impianto di lubrificazione è dotato di radiatore dell’olio e due pompe trocoidali. La capacità dell’impianto è di 4,5 lt totale. La trasmissione primaria è ad ingranaggi anziché con catena duplex come le vecchie bonnie unit. L’alimentazione è affidata a due carburatori Keihin CVK da 36 mm dotati di preriscaldamento elettrico mentre lo starter manuale è posizionato sul lato destro. La coppia di carburatori è fissata ai cilindri tramite dei manicotti in gomma. Il filtro dell’aria è contenuto nella scatola aria posizionata al centro del telaio dove, nelle precedenti Bonnie, c'era il serbatoio dell’olio motore. L’accensione elettronica digitale gestisce in ingresso il segnale del pickup (numero di giri e posizione dell’albero motore) e, mediante i sensori TPS (Throttle Position Sensor) dei carburatori, la posizione delle farfalle. Con queste informazioni la centralina definisce il miglior anticipo di accensione (secondo le mappature reimpostate) ed invia la tensione alla bobina di accensione (la scintilla scocca anche nella fase passiva di ogni cilindro). Grazie a questa gestione l’erogazione del twin risulta molto progressiva e facilmente gestibile anche per i piloti meno smaliziati. La potenza di 62CV non era mai stata raggiunta dalla “vecchia” Bonnie… anche se, per dirla tutta, la vecchia aveva molto più carattere. Il nuovo Twin infatti ha un erogazione lineare e “morbida” che non ha praticamente nulla a che fare con le prime, ed indimenticate, Bonnie. A causa delle nuove normative di omologazione purtroppo anche il sound degli scarichi non rispecchia l’antenata bicilindrica… L’impianto di scarico può essere dotato di sonda lambda (a seconda dei paesi di destinazione) ed è formato da due silenziatori a bottiglia come da tradizione. Al fine di migliorare la luce da terra i collettori di scarico hanno una curva, esteticamente discutibile, verso l’alto appena prima dei silenziatori. Altro appunto estetico da segnalare è la divergenza dei silenziatori verso l’esterno visibile da dietro. Trasmissione finale e cambio Il cambio è a 5 rapporti integrato nel carter nonostante la forma dei carter ricordino fortemente i primi modelli del '59 con cambio separato. La frizione, multidisco in bagno d’olio con comando a cavo, è accessibile una volta tolto il grosso carter sinistro del motore. Il coperchio triangolare, posto sul lato destro del motore, copre l’alternatore dotato di statore fissato al coperchio stesso. La trasmissione finale è a catena con un parastrappi intergrato al mozzo posteriore. Mercato ed accessori Nel primo anno di commercializzazione in Italia, la Bonneville viene importata in circa 300 esemplari (su 4500 unità prodotte di cui 1200 esportate negli USA) e venduta a 16,5 milioni delle vecchie lire. Il catalogo degli accessori è ben fornito e comprendere alcuni pezzi estetici “indispensabili” come le protezioni in gomma del serbatoio ed i soffietti in gomma per gli ammortizzatori anteriori e scarichi aperti. Due sono le colorazioni disponibili Scarlet Red/Silver e Forest Green/Silver. Fanno parte del catalogo ovviamente anche accessori più utili: maniglione posteriore, cavalletto centrale, borse morbide, cupolino verniciato in tinta, due diversi tipi di parabrezza trasparenti e tanti altri componenti utili per personalizzare la Bonnie. Il catalogo accessori verrà aggiornato in anno in anno seguendo l’evoluzione della moto e delle esigenze del popolo triumphista. E già in occasione della presentazione la casa inglese anticipa che verranno presto commercializzate sia una versione scrambler che custom, oltre ad una versione del bicilindrico con manovelle a 270° anziché 360°. 2002
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BONNEVILLE T100
Nessuna modifica di rilievo per la bicilindrica inglese se non la rifinitura opaca anzichè cromata dei carter motore, per differenziarla dalla nuova T100, ed il nuovo colore Sky Blue / Silver. La Bonneville è dunque disponibile in tre colorazioni: Sky Blue & Silver, Scarlet Red & Silver e Forest Green & Silver. La Bonneville è affiancata dalla prima delle molte versioni derivate che nasceranno nel corso degli anni: la Bonneville America (maggiori informazioni alla pagina Bonneville America). Bonneville T100 "Centennial Edition" La Bonneville T100 "Centennial Edition" nasce come edizione speciale per celebrare il primo secolo di vita della casa inglese. La nuova bicilindrica si discosta dal modello "base" i seguenti caratteristici particolari: carter motore cromati, contagiri con relativo portastrumento in alluminio spazzolato, serbatoio dotato di ginocchiere. La T100 segna anche un ritorno alle colorazioni sgargianti del passato: il serbatoio è personalizzato con verniciatura speciale in stile anni '60 bicolore lucifer orange/silver con filetti dorati disegnati rigorosamente a mano. Nuovo anche il fregio serbatoio. Le classiche protezioni in gomma per le ginocchia sono montate di serie. I parafanghi sono verniciati nella stessa tonalità Silver del serbatoio. La ciclistica ed il motore sono invariati rispetto alla Bonneville 790cc "standard" (solo successivamente infatti la T100 guadagnerà qualche cc...) 2003
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BONNEVILLE
2003 - Bonneville Bonneville T100 A seguito del successo della versione celebrativa del centenario dell'anno precedente, Triumph decide di riproporre la Bonneville T100 come modello standard nella sua produzione. Rispetto alla versione "centenario" del 2002 si differisce per i nuovi colori, per la colorazione dei parafanghi in tinta (anzichè silver) e per alcune rifiniture meno esclusive del modello originale. 2003 -
Bonneville T100
2004
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BONNEVILLE BLACK
Nel catalogo Triumph del 2004 compaiono due nuove Bonneville: la economica Bonneville Black e la cafè racer Thruxton. Invariata la Bonneville standard. Bonneville Black La Bonneville Black è la versione speciale della Bonneville standard caratterizzata dalla verniciatura in nero del motore ed un prezzo inferiore. E' la nuova entry level della gamma Triumph venduta in Italia a 7.700 €. 2004 -
Bonneville Black
Bonneville T100 La Bonneville T100 rimane invariata rispetto al MY2003 se non per il nuovo colore Jet Black/Opal White con filetti oro che si aggiunge ai precedenti Goodwood Green/Aztec Gold e Sapphire Blue/Opal White. 2005 - 865cc
per la T100
La Bonneville standard rimane invariata rispetto all'anno precedente se non per la nuova gamma colori così come la versione Black. E' incrementata la cilindrata del propulsore della T100 con manovelle a 360° grazie all'adozione del bicilindrico montato sulla Thruxton l'anno precedente. L'aumento di cilindrata, da 790 a 865cc, regala alla T100 qualche cavallo in più ed una maggior coppia disponibile ad un regime inferiore. La T100 guadagna anche la nuova colorazione Opal White & Tangerine. Bonneville by Paul Smith Il primo agosto 2005 Triumph annuncia una collaborazione con Paul Smith, noto stilista inglese. Famoso per la scelta dei tessuti, ma soprattutto per gli accostamenti cromatici, Paul Smith ha personalizzato nove Bonnie T100 destinate a completare l'esclusiva linea griffata Triumph che fa parte della sua collezione abbigliamento autunno/inverno 2005. Le moto saranno esposte in altrettanti outlet selezionati in Italia, Francia, Usa, Gran Bretagna e Giappone. Ciascuna è un pezzo unico che ha richiesto oltre trenta ore di lavorazione e che lo stilista ha voluto ulteriormente caratterizzare con l'utilizzo di materiali particolari, come e selle in pelle di iguana, un vezzo da oltre 1.000 euro e grafiche multicolori dipinte a mano. Visto il successo ottenuto dalle Bonnie by Paul, Triumph realizzerà due serie limitate di 50 esemplari ognuna denominate "Live fast" e "Union Jack". Queste 100 motociclette potranno essere acquistate su ordinazione, a partire da settembre 2005, in Giappone, Stati Uniti e alcuni Paesi europei. Le moto saranno identificate dal numero di serie, riportato sul serbatoio, e accompagnate da un certificato firmato da Paul Smith e John Bloor, presidente di Triumph Motorcycles. Altre foto delle Bonnie Paul Smith le trovate nella Storia Triumph 2005. 2006
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SCRAMBLER
La novità più importante della gamma Bonneville per il 2006 è sicuramente l'introduzione della versione scrambler denominata appunto Scrambler (maggiori informazioni alla pagina Triumph Scrambler). Triumph Scrambler: prima versione a carburatori con motore satinato del 2006 Nuove colorazioni disponibili per la T100. 2007
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865cc e carter neri per tutti - Nuove AMERICA e SPEEDMASTER
Il 2007 verrà ricordato come l'ultimo anno di produzione delle Bonneville a carburatori dalla sua nascita nel 1958. I modelli 2008 saranno infatti dotate di iniezione elettronica per soddisfare le sempre più restringenti normative antinquinamento. Il motore 790cc (il primo delle nuove Bonneville) è uscito di produzione e tutti i twin hanno la cilindrata pari a 865cc. Sostanzialmente riviste dal punto di vista estetico le bicilindriche rivolte al pubblico americano: Speedmaster e America. Bonneville e Bonneville Black e T100 La cilindrata di questi modelli, fra i più apprezzati della casa inglese, sale a 865cc e allo stesso tempo il basamento del motore adotta una verniciatura nera con carter lucidati. Il nuovo motore regala più tiro ai medi regimi e, già a 2.500 giri, è disponibile il 90% della coppia massima, con una accelerazione costante fino alla linea rossa. Sia la Bonneville sia la Bonneville Black hanno inoltre la leva della frizione regolabile nella distanza dal manubrio. Le Bonneville 2007 sono disponibili nei colori Jet Black, Goodwood Green e Aluminium Silver, mentre la Bonneville Black è solo Jet Black con carter neri.
2007 - Bonneville Alu Silver 2007 - Bonneville Jet Black 2007 - Bonneville Black Bonneville T100 L’elegante livrea bicolore Jet Black con fregi Tornado Red è una valida alternativa a quella Jet Black con fregi Opal White, reintrodotta nel 2007 a grande richiesta. Vale la pena ricordare che, in entrambe le colorazioni, i filetti – argento nel primo caso e dorati nel secondo – sono applicati a mano e l’artigiano che compie il lavoro firma il serbatoio. Per altri mercati sono disponibili in tiratura limitata anche le seguenti combinazioni: verde/oro, bianco/blu e argento/arancio. Completano il look distintivo della T100 il contagiri, le protezioni in gomma sul serbatoio, i carter cromati e il fregio sul serbatoio. Fra gli accessori in catalogo molte parti cromate, come il parafango anteriore e il coperchio valvole, ma anche pratiche borse e cupolini. 2007 - Bonneville T100 Jet Black con fregi Opal White 2007 - Bonneville T100 Jet Black con fregi Tornado Red |
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